Stramilano numero 46 per quasi sessantamila partecipanti
Milano – Per la quarantaseiesima volta, Milano si è fermata per partecipare alla Stramilano, vera e propria festa del podismo. Anche quest’anno, infatti, sono stati più di cinquantamila i partecipanti alle due gare brevi (Stramilano di dieci chilometri e Stramilanina di cinque), mentre la Mezza Maratona competitiva ha visto al via ben settemila runners, un numero che da solo sarebbe irraggiungibile da molti altri eventi.
La forza di Michele Mesto, al timone della manifestazione fin dalla prima edizione, e del suo rodato gruppo di organizzatori, tuttavia, é proprio questa: riuscire a coniugare agonismo e semplice desiderio di muoversi e passare una giornata insieme in un unica manifestazione. Solo alla Stramilano, per quanto riguarda le gare italiane, si possono vedere contemporaneamente, nello stesso campo di gara, atleti di alto livello e gruppi di associazioni che camminano. Una Stramilano (ovviamente non con questi numeri di partecipanti incredibili) sarebbe necessaria in ogni città, ma per farlo sarebbe necessario mettere da parte le rivalità tra società che portano spesso e volentieri a dei ridicoli boicottaggi di gare regionali da parte di alcuni gruppi.
Nella gara maschile, gli atleti in gara erano chiamati a confrontarsi con un obiettivo davvero ambiziosi: far cadere Il sensazionale primato della corsa stabilito da James Wangari, capace di chiudere in 59’12”. Quest’anno, nonostante una nutrita pattuglia di atleti degli altipiani africani, ci si é dovuto accontentare del tempo di 1h 01’20”, realizzato dal keniano Frederik Miranda, bravo ad accelerare nel finale e a staccare negli ultimi metri il marocchino El Aziz e il connazionale Muthoni, staccati di nove e quattordici secondi. Tra gli europei, coraggiosa gara di testa dello svizzero Wanders, rimasto con i primi fino al chilometro numero diciannove, mentre Daniele Meucci, primo degli italiani, non é riuscito ad incidere e ha chiuso al settimo posto.
La miglior prestazione della giornata, però, é arrivata dalla gara femminile, dove la vincitrice, la keniana Pauline Chepngetich, ha disputato una gara di testa straordinaria, che l’ha portata ad una vittoria con il grande tempo di 1h 07’42”, suo personale di oltre trenta secondi e riferimento per tutte le avversarie anche in prospettiva meeting e maratona dei Mondiali di Londra. Seconda e terza, staccate di diversi minuti, le sue connazionali Lampus ed Ekison. Tra le italiane, buon quarto posto per la campionessa europea Incerti, brava a lasciarsi alle spalle tutte le avversarie alla sua portata.
La Stramilano, dunque, é sempre più un punto di riferimento per l’atletica italiana. In attesa dell’edizione numero cinquanta, distante soltanto quattro anni, gli altri organizzatori di gare di alto livello dovrebbero prendere esempio da Michele Mesto. Quantità e qualità, infatti, possono convivere, e questo evento lo ha testimoniato una volta di più. Donato D’Auria