Momenti di riflessione per il futuro della Cantina Clavesana
Clavesana (Cn) – Cinquanta minuti dopo la partenza da Torino, arriviamo finalmente a Clavesana, comune delle Langhe al centro della zona produttiva del celebre “Dogliani” a vitigno Dolcetto. Dalla strada statale proveniente da Carrù, la grande struttura della Cantina Clavesana svetta in mezzo alle case della piccola frazione di Madonna della Neve. Nonostante il tempo non sia stato particolarmente clemente nei confronti della nostra redazione, possiamo comunque ammirare la bellezza del paesaggio di questo angolo di Piemonte, che si trova a metà strada tra le Colline del Barolo e i rilievi un po’ più elevati dell’Alta Langa.
Prima tappa del nostro viaggio è l’agriturismo “il Palazzetto”. Qui, tra una portata e l’altra, iniziamo a familiarizzare con gli abitanti di questo territorio, molti dei quali sono anche soci di Cantina Clavesana. Purtroppo, non possiamo spaziare tra i vari vini del territorio, obbligati come siamo a “tenerci” in vista della visita alla cantina e alla degustazione. Alle quattro del pomeriggio, finalmente, varchiamo la soglia del punto vendita della Cantina Clavesana. Nel grande ambiente, dove si vedono amanti del Dolcetto intenti a scegliere la bottiglia giusta per loro e soci che prendono vini sfusi, ci accolgono Anna e Giovanni Bracco, rispettivamente presidente a direttore della cantina.
Mentre ci aggiriamo tra i grandi ambienti della cantina ancora vuoti (la raccolta dei rossi inizierà solo due giorni dopo), iniziamo a familiarizzare con Anna e Giovanni, che ci parlano di un vino che negli ultimi anni é diventato sempre più sottovalutato dalla maggior parte dei consumatori non esperti. Il loro obiettivo é, ovviamente, farlo riscoprire in tutto il mondo, anche se (soprattutto quando ascoltiamo Giovanni) percepiamo grande voglia di sperimentare e di provare vigneti non tipici della zona.
Successivamente, abbiamo l’occasione di osservare le bottiglie di metodo classico “Alta Langa” del 2015. Si tratta di un prodotto su cui l’azienda punta molto, soprattutto perchè in questo momento vi é un forte richiesta di mercato. Oltre a molta voglia di creare un prodotto che funziona, percepiamo anche un po’ di tensione, perché il progetto è ancora in fase di definizione e affinamento.
Dulcis in fundo, torniamo nell’area amministrativa dell’azienda per una degustazione dei prodotti. Nel tempo che dedichiamo alla degustazione di tutti i prodotti dell’azienda. La cosa più bella, a nostro avviso, é che nel corso della degustazione parliamo non solo del prodotto in sé, ma anche dei produttori, dell’azienda e, più in generale del momento storico dei vini italiani e non solo. Di fronte ad una verticale di Dogliani (dal 2011 al 2015) parliamo della voglia di crescere di questa cooperativa, soprattutto per far crescere gli associati, spesso in difficoltà e derisi dai vicini “ricchi” che producono Barolo. Per Giovanni, che come un mantra ripete di voler portare il prezzo delle uve ad un euro al chilo, é una questione di diversificazione produttiva (per questo, a sua avviso, i giovani viticoltori dovrebbero credere in una sorta di “progetto Pinot”), mentre per Anna é soprattutto una questione di promozione e valorizzazione del Dolcetto, “caduto in disuso” negli ultimi trent’anni.
Alla fine, le due ore di tempo previste diventano quasi quattro, con nostro grande piacere. Siamo riusciti, infatti, a conoscere nel dettaglio una realtà produttiva importante (parliamo di 2.5 milioni di bottiglie all’anno)l ma che ha voglia di crescere, soprattutto per valorizzare il lavoro dei propri associati. A nostro avviso, ci stanno già provando, ma il traguardo é ancora lontano, soprattutto perché Giovanni, Anna e i loro collaboratori operano in una terra splendida ma anche difficile, dove spesso é difficile fare squadra. A nostro avviso, comunque, é giusto provarci, perché dei prodotti di buona qualità, come il Dogliani o il nascente Pinot nero di queste terre, meritano di essere conosciuti, raccontati ed apprezzati in Italia e nel resto del mondo. Luigi M. D’Auria
Degustazione verticale di Dogliani Clavesana DOCG 2011-2015
(Foto: Rebecca Praticò)