Al Giro del Delfinato ricco antipasto di Tour de France
Plateau de Solaison – Nonostante uno sforzo immane, Jakob Fuglsang é riuscito a compiere la sua personale impresa. Grazie ad un attacco da lontano, é riuscito a conquistare l’ottava tappa del Giro del Delfinato, nonché la classifica finale di questa corsa che ogni anno vede ai nastri di partenza molti biglietti del ciclismo mondiale, desiderosi di affinare la preparazione in vista del Tour de France, che prenderà il via da Düsseldorf a luglio.
Nonostante il Delfinato sia una corsa prestigiosa, non si puó certo dire che sia al livello del Tour, pertanto i corridori pensano più a svolgere dei test agonistici che delle vere e proprie gare, dimenticandosi molto spesso della tattica e dando vita a tappe molto spettacolari. É stato il caso della sesta tappa in cui, sulla dura salita del Mont du Chat (che sarà affrontata anche al Tour de France), quasi tutti i capitani hanno provato un attacco. Proprio in questa occasione si é messo in mostra Fabio Aru, che ha fatto la differenza in salita e poi, dopo essere stato ripreso in discesa, ha aiutato Fuglsang a battere allo sprint Chris Froome e Richie Porte.
La tattica di squadra dell’Astana si é rivelata vincente anche nell’ottava e decisiva tappa, in cui gli “azzurri” hanno movimentato la corsa fin dalle prime salite di giornata. É stato di nuovo Aru, poi, a lanciare Fuglsang verso una nuova vittoria di tappa, che gli ha consentito di scipppare la maglia gialla a Porte, che si è messo in luce a cronometro ma che non é parso ancora al cento per cento nelle tappe di montagna, al contrario di Aru e Fuglsang, che saranno entrambi capitani dell’Astana al Tour (dove saranno aiutati anche dal giovane colombiano Lopez, vincitore della Milano-Torino dell’anno scorso).
Alcuni corridori, invece, non si sono presentati al meglio al via del Giro del Delfinato: é stato il caso di Chris Froome, che ha fornito prestazioni altalenanti, finendo fuori dal podio per la prima volta dal 2013. L’inglese ha confermato, dunque, le prestazioni non ottimali delle corse di primavera, e probabilmente arriverà al Tour meno sicuro rispetto alle passate edizioni. Molto indietro di condizione, invece, Alberto Contador, che dovrà lavorare duro per presentarsi al meglio alla partenza del Tour. Da verificare, invece, la condizione di Romain Bardet, che come al solito non si é esposto eccessivamente nelle corse di preparazione alla Grande Boucle.
Sarà interessante verificare se (come avvenuto negli ultimi due anni) le impressioni colte al Giro del Delfinato sulla condizione dei corridori saranno valide come il Tour de France o se qualche corridore riuscirà a migliorare la sua condizione. Fuglsang, dal canto suo, spera di riuscire ad essere così competitivo anche in una corsa di tre settimane. Donato D’Auria