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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Anche in Yemen é guerrra civile

08 aprile 2015

Anche in Yemen é guerra civile

Sana’a – Tutte le ambasciate sono in piena attività, nella capitale yemenita. Molti sono in contatto con i rispettivi governi per capire come muoversi e come porsi di fronte ad una guerra che, appena scoppiata, vede già di fronte tre eserciti diversi. Anche io sono tra gli italiani che si sono rifugiati nell’elegante palazzina in stile coloniale che ospita la nostra ambasciata e, quasi come tutti, sto cercando un volo che mi porti in Europa o, comunque, in una Nazione un po’ più sicura anche se oggi, nell’intero mondo arabo, c’è ne sono davvero molto poche a causa di un conflitto che, nonostante sia bollato da alcuni come il tentativo di alcuni pazzi (in particolare i membri dell’autoproclamato Stato Islamico) di impadronirsi di alcuni paesi arabi per creare un Califfato che dovrebbe minacciare l’Europa. Questi discorsi sono, tuttavia, solo la punta dell’iceberg di un problema ben più grande che va ben oltre conflitti come quello yemenita. Lo Stato Islamico non è altro che uno strumento nelle mani di Paesi Sunniti più intransigenti, come Arabia Saudita e Bahrein, che vogliono di fatto prendersi l’intero mondo arabo eliminando le minoranze religiose ed etniche presenti all’interno dello stesso Islam, come Sciiti (minoranza dal punto di vista religioso), Yazidi, Assiri e Curdi (minoranze dal punto di vista etnico). In opposizione a questo disegno c’è, ovviamente, il mondo islamico sciita, capeggiato dall’Iran, ma anche i sunniti moderati, rappresentati dalle monarchie moderate quali Giordania, Marocco e Oman e dall’Egitto. La causa principale di questo conflitto, per ora solo indiretto, è una: il mondo arabo ha intenzione di prendersi un posto al tavolo delle grandi potenze mondiali ma, dal loro punto di vista, questo posto potrà essere occupato solo da uno di questi due schieramenti, che diventerà il principale interlocutore delle altre potenze (Stati Uniti, Russia e Cina in testa) per questione anche di grandissima importanza come quella palestinese.

Osservata ora la cornice e lo sfondo del quadro, possiamo ora passare in rassegna il primo piano, cioè la questione yemenita, che è particolarmente complicata. Fino a pochi giorni fa lo Yemen era un paese a guida sunnita discretamente moderata. Dico discretamente perchè la minoranza sciita, che è particolarmente forte nella regione della capitale, non sempre ha visto rispettati i propri diritti. La presenza di alcuni capi particolarmente carismatici e intransigenti ha portato gli Sciiti a ribellarsi occupando la regione della capitale Sana’a dove, di fatto, sono la maggioranza. Il Paese si trova così diviso come ai tempi della fine del colonialismo, con l’Ovest in mano agli Sciiti e l’est in mano ai Sunniti. Dividere il Paese in questo modo sarebbe una soluzione diplomatica interessante, che terrebbe conto delle differenze religiose e che, sopratutto, fermerebbe l’avanzata delle truppe dell’ISIS, pronte ad intervenire, con l’aiuto di soldi e armi di sauditi e uomini degli Emirati, anche in Yemen. Luigi M. D’Auria