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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

I funerali di Vittorio Casamonica: un macabro spettacolo di collusione e malaffare

21 agosto 2015

I funerali di Vittorio Casamonica: un macabro spettacolo di collusione e malaffare

Roma –  Ragazzo di Roma est, chansonnier nei locali karaoke di Roma, alleato e ultima ruota del carro del sistema criminale creato dalla Banda della Magliana, signore incontestato dello spaccio a Roma Est: tutto questo é stato Vittorio Casamonica, capo di una delle più potenti famiglie della malavita romana (quelle che, per intenderci, dai tempi della “Magliana” sognano di diventare potenti come i “colleghi” di Camorra e Cosa Nostra), passato a miglior vita pochi giorni fa, il cui funerale, svoltosi ieri nella Chiesa di don Bosco sita nella zona Tuscolana, ha fatto molto rumore per lo sfarzo in così é celebrato. Corteo di duecento macchine, carrozza antica e di pregio trainata da cavalli purosangue con pennacchio a lutto, elicottero per far volte sulle strade petali di rose, volantini e striscioni per ricordare il “Re di Roma” e una folla di parenti e amici che ha messo a soqquadro un intero quartiere della Capitale. Ovviamente, gli unici assenti erano i pizzardoni i poliziotti che crebbero dovuto chiudere le strade, segno inequivocabile dell’assenza dello Stato e della sua collusione con la malvivenza e il potere mafioso. Infatti, la questura e la procura non erano stati, almeno ufficialmente, informati, e il sindaco Marino, anziché tornare dalle sue vacanze “Made in USA” a nuoto pur di fermare questo scempio, ha preferito continuare a godersi il suo momento di relax, magari anche pagato dai romani. Il premier Renzi non ha fatto altro che twittare il suo sdegno, probabilmente solo simulato,  visto che il suo “caro” Ministro Poletti si fece fotografare, come rappresentante delle COOP, in compagnia del “mitico” Salvatore Buzzi e di Luciano Casamonica, parente di Vittorio, ad una festa privata. Dei rappresentanti delle istituzioni derisi sarebbero dimessi. Invece questa classe politica, con un senso del pudore sotto i tacchi, preferisce twittare per poi fare affari, spento il computer, con la Mafia. Luigi M. D’Auria