La Costituzione e la politica tunisine raccontate da esperti italiani
Tunisi – Per la terza volta in un anno tra i passeggeri di un aereo diretto a Tunisi ci sono pure io. Questa volta, però, il Paese che mi trovo di fronte non é in fermento, bensì libero, democratico e dotato di una costituzione davvero all’avanguardia. Sembrano passati secoli da quando, durante la primavera del 2011, il Presidente Ben Ali veniva rovesciato da una rivoluzione passata alla storia come “Rivolta dei Gelsomini”, dal nome dei fiori tipici di quella stagione in Tunisia ma, per i più nostalgici e romantici, anche simbolo della purezza del giovane che si bruciò vivo nella località di Sidi Buzid, pittoresco paese dell’interno, per protestare contro l’ennesima confisca del suo banco ambulante di frutta e verdura. Sembrano passati anni anche da quando l’Assemblea Costituente terminava,con estrema difficoltà, il suo lavoro, trasformando una dittatura in un Paese libero, pronto per le prime elezioni democratiche della sua storia, che hanno eletto presidente il vecchio oppositore del regime Beji Caid Essebsi, esponente del partito laico Niadaa Tounes, capace di sconfiggere, seppur al ballottaggio, gli esponenti del partito islamico Ennahda. Mentre saluto l’unico edicolante di Tunisi in possesso di giornali italiani, non posso fare a meno di accettare il suo invito a cena, anche se prima, su invito del mio direttore, devo terminare il libro “Tunisia: la Primavera della Costituzione” curato dalle professoresse e studiose Tania Groppi e Irene Spigno, capaci di unire, sotto l’egida della casa editrice Carocci, un buon numero di studiosi, professori e dottorandi (tra i quali i giovanissimi Tania Abbiate, che ha curato il capitolo riguardante la partecipazione popolare al processo costituente, Marta Cerroni e Gianmaria Milani, che ha curato il coordinamento editoriali) che hanno dato il loro contributo di esperti al processo costituente. Se per gli operatori del settore il saggio é interessante per gli spunti tecnici, mi sento di dire che anche per i “profani” questo libro é assolutamente da leggere se si vogliono capire le dinamiche della politica e dei processi costituenti, dove il confronto tra vecchia politica e nuove leve é diventato, negli anni, sempre più serrato. Il caso tunisino é emblematico in questo senso. Infatti, gli eletti nell’assemblea costituente, non sempre verdi per quanto riguarda l’età, hanno cercato a più riprese di rendere segreti i processi che hanno portato alla creazione delle varie bozze di costituzione, ma la società civile, i sindacati e i blogger (tutte categorie che, a differenza dei colleghi nostrani, non hanno pensato a fare i pavoni ma a risolvere i problemi del Paese) hanno fatto di tutto per impedirlo, organizzando incontri e cicli di conferenze, anche televisive, che hanno coinvolto tutto il popolo. Il risultato é stato sorprendente: persino i partiti islamici più tradizionalisti hanno abbandonato l’idea di adeguare la Costituzione alla religione islamica, decidendo di concentrarsi solo sul ruolo sociale della loro fede, senza interferire in maniera diretta nelle decisioni di carattere socio-politico. Come affermano, quindi le curatrici del libro e la stessa Abbiate nel suo capitolo, il popolo tunisino rappresenta la vera ricetta contro l’ISIS, visto che ha dimostrato che l’Islam, se non predicato da violenti, é una religione come le altre, capace di aiutare un paese grazie al suo ruolo sociale, propedeutico al progresso. Tuttavia, come mi ricorda il mio edicolante, il cammino verso la democrazia non può fermarsi nei pressi dell’arrivo: dopo gli attentati é stata, infatti, proclamato lo stato d’emergenza e la legge marziale. Speriamo sia l’ultima volta. Luigi M. D’Auria