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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Il Sigillo di Quintana per Aprire una Vuelta 2019 Incerta

26 agosto 2019

Calpe – Nairo Quintana ha sorpreso tutti. Nella seconda tappa dell’edizione 2019 della Vuelta, con arrivo vallonato sulle strade di Calpe, lo scalatore colombiano ha regolato un gruppo ristretto con un’azione da finisseur, sfruttando alla perfezione il lavoro dei compagni di squadra (con Valverde nelle vesti di gregario di lusso). Dopo il Tour de France, anche la Vuelta é partita nel segno della Colombia: la prima maglia rossa é stato, infatti, Miguel Angel Lopez, primo con la sua Astana nella cronosquadre  di Torrevieja, mentre proprio di Quintana é stata la prima vittoria di tappa, con Lopez staccato e con il simbolo del primato passato nelle mani dell’esperto Roche, bravo ad infilarsi nella fuga giusta e a tenere sull’ultima salita.

Tra i protagonisti più attesi della corsa spagnola, però, non ci saranno solo Quintana e Lopez, nonostante le assenze di corridori come Froome, Bernal e Nibali. In casa Italia, fari puntati su un Fabio Aru che punta a tornare ad alti livelli dopo i problemi fisici del 2018 e che nella seconda tappa si é messo in luce con un bel quinto posto. Più che alla classifica, il sardo dovrà concentrarsi sulle singole tappe, cercando di raccogliere almeno un successo in montagna, cominciando a pensare al podio finale solo se si troverà in una posizione favorevole al termine della seconda settimana di corsa, al termine di un trittico di salite in Asturia che culminerà con l’arrivo infernale di Los Machucos con punte del 20%. Tra gli azzurri, attenzione anche a Davide Formolo, in cerca di una vittoria di tappa e della miglior condizione in vista delle classiche autunnali.

Se gli spagnoli sperano ancora in un acuto di Valverde (che potrebbe decidere di concentrarsi sulle vittorie di tappa), il principale favorito resta Primoz Roglic, che può puntare sulla cronometro di Pau della tredicesima tappa per infliggere forti distacchi a quasi tutti gli avversari. Tra gli scalatori, occhio anche al campione in carica, Simon Yates, che cercherà di fare bene sulle salite dure e secche delle prime due settimane, che vedranno sconfinamenti ad Andorra, nella nona tappa, e in Francia, con la dodicesima e la tredicesima. La corsa, dunque, potrebbe vivere di molteplici capovolgimenti di fronte, e l’assenza di un vero e proprio favorito potrebbe incoraggiare lo spettacolo.

La Vuelta, dunque, si conferma la grande corsa a tappe più difficile da interpretare, ricca di possibili insidie e di sorprese. L’edizione di quest’anno, inoltre, rappresenta uno degli ultimi atti di una stagione ciclistica che ha rappresentato l’anticamera di una possibile nuova era. Il successo di Bernal al Tour e la vittoria del titolo europeo di Remco Evenepoel (di soli diciannove), abbinati alle vittorie nelle classiche di ex biker come Van Der Poel e Van Aert, sono stati i presagi di un cambio di passo nel ciclismo mondiale, con un possibile ritorno a corse più aperte alle sorprese e agli attacchi da lontano, con i grandi passisti che saranno costretti a cercare nuovi spazi e nuove strategie di corsa. La Vuelta, con le sue dieci tappe di alta montagna, rappresenta in pieno questa nuova tendenza. Donato D’Auria