Bra (Cn) – É stata una dodicesima edizione storica, per la rassegna Cheese di Bra. In questa grande “biennale dei formaggi”, gli organizzatori di Slow Food sono riusciti a portare a Bra oltre 400 prodotti, presentati da affinatosi di qualità provenienti da tutto il mondo. Grandi numeri anche per le presenze, che sono state oltre trecentomila, senza contare gli operatori del settore e della comunicazione presenti. Un vero e proprio villaggio che, secondo lo spirito di slow Food, é stato allo stesso tempo globale e locale, con particolare attenzione alle produzioni più nascoste e tipiche (i Presidi Slow Food) e ai piccoli produttori che tramandano le antiche tradizioni.
Sicurament il lato gourmet della manifestazione é stato quello più evidente al grande pubblico, ma non sono mancate le conferenze e gli incontri, con un occhio particolare a quelli organizzati dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, vicinissima proprio a Bra. Il racconto del cibo, in tutte le sue forme, é stato sviscerato dai diversi relatori presenti agli incontri, tra cui tanti produttori ma anche scrittori e intellettuali.
Con una conferenza svoltasi presso la zona “Il Caffé delle Parole” si é svolta la presentazione del libro “Guerra e Pane” di Margherita Oggero, che ha fatto entrare i lettori presenti nel mondo della sua infanzia e dei piatti che costituiscono alcuni dei ricordi più vivi del passato di ciascuno di noi. Il cibo, dunque, é diventato spunto per parlare della tematica del ricordo e della differenza tra la civiltà presente e quella passata.
Presso la storica Piazza Spreitenbach di Bra, invece, il cibo ha simbolicamente incontrato il viaggio con l’incontro di Slow Food Travel dedicato alla scoperta dei territori delle Valli Biellesi e dell’Alta Valle del Tanaro. Territori sconosciuti, ma dal grande potenziale, che possono crescere attraverso un turismo rurale che porti avanti la filosofia del buono, del pulito e del giusto. L’incontro é stato seguito da una presentazione e degustazione dei prodotti tipici di questi territori piemontesi. Molto importante anche l’incontro dedicato alla scoperta dei salumi naturali, con un focus particolare su allevamenti, razze e confronti tra gli allevamenti in tutto il mondo. Grazie ad ospiti d’eccezione, come l’allevatore francese Alcide Boullis e il cuoco-allevatore Vittorio Fusari, si é parlato di come la risposta all’allevamento intensivo possa arrivare solo intraprendendo la strada della qualità, del semibrado e della biodiversità e non su quello della quantità. Luigi M. D’Auria