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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Il terremoto Brexit sconvolge l'Europa

25 giugno 2016

Il terremoto Brexit sconvolge l’Europa

Londra – La Gran Bretagna ha scelto di restare fuori dall’Unione Europea. Questo é il risultato del referendum di giovedì 23 giugno 2016, in cui il fronte del “leave” ha ottenuto il 52 per cento dei consensi, sconfiggendo in maniera inequivocabile quello del “remain”.

Mentre gli euroscettici di tutta Europa esultano, i politici, gli economisti e i giornalisti favorevoli all’Unione Europea si interrogano sugli errori che hanno portato a questa pesantissima sconfitta. Oltre agli aspetti economici, ancora da verificare, bisogna considerare gli aspetti culturali e sociali, che sono devastanti: l’intera Unione Europea, infatti, viene messa in discussione da un voto che certifica la disaffezione dei cittadini a questo progetto. Inoltre, non bisogna dimenticare i destini di quella grande massa di persone, dai camerieri ai calciatori, che rischia di trovarsi clandestino in uno dei Paesi ritenuto un motore dell’Unione Europea, soprattutto grazie al respiro internazionale della sua capitale, Londra. 

Il nostro giornale, come dice il suo stesso nome, crede nel sogno europeo, ma é consapevole che un cambio di passo sia assolutamente necessario. A nostro avviso, infatti, i principali leader del “remain” (il premier Cameron e il segretario dei laburisti Jeremy Corbyn) non hanno fatto abbastanza per farsi votare: essi, infatti, hanno presentato la permanenza nell’Unione come il “meno peggio” e non come il meglio. Questo gioco al ribasso ha favorito le deliranti argomentazioni dei politici favorevoli alla “Brexit”, che ricordavano in tutto e per tutto le dichiarazioni dei leader autoritari del primo Novecento. Il fronte del remain non si é mosso davvero neanche quando la povera Jo Cox, giovane deputata laburista, é stata uccisa a causa delle sue idee europeiste, come una moderna martire. 

Le responsabilità di questo disastro europeo, però, non sono solo dei leader inglesi. Le responsabilità sono di tutti i politici europei, che non hanno mai voluto un’unificazione dell’Europea. Ricordiamo, infatti, che a causa della litigiosità degli Stati membri l’Unione Europea non ha una vera e propria costituzione e che non esistono leggi europee rispettate davvero dagli Stati membri. Agli occhi dei più poveri l’Unione appare un’istituzione assente, che fa solo gli interessi delle banche e dei ricchi. Non é un caso, infatti, che il fronte del “leave” abbia dominato soprattutto nelle zone nord delll’Inghilterra, dove la smobilitazione delle vecchie miniere e la chiusura di molti impianti industriali ha portato povertà e disoccupazione.

 A nostro avviso, però, per l’Unione Europea non é tutto perduto. I voti di Scozia ed Irlanda del Nord, dove il “remain” ha letteralmente trionfato, testimoniano che ancora molte persone credono nel sogno di un’Europa unita. Inoltre, la maggioranza dei giovani ha votato a favore della permanenza nell’Unione. Il pensiero che un’intera  generazione consideri l’Unione europea come un bene acquisto potrebbe, a nostro avviso, bastare per convincere i nostri leader che bisogna lottare per creare un’Unione Europea più forte ed unita.

Accetato il risultato di questa consultazione, l’Unione dovrebbe muoversi con il pugno duro nei confronti dei britannici. In caso di referendum per l’Indipendenza della Scozia, il nostro establishment non dovrà più ignorare le rivendicazioni di un popolo che continua a credere nell’Unione nonostante questa l’abbia ignorato nel precedente referendum, scegliendo di non schierarsi. Per quant riguarda, invece, le politiche comunitarie, ci sentiamo di lanciare una provocazione ai vertici europei: o si lavora per creare davvero gli Stati Uniti d’Europa oppure ci si lascia, perché questo modello di Unione Europea non fa il bene della maggioranza dei cittadini. Come dimostrato dal voto britannico. Luigi M. D’Auria