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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Eccellenze Molisane a Terra Madre: la Regione che non esiste vuole Resistere

22 settembre 2018

Torino – Nel corso della terza giornata di “Terra Madre-Salone del Gusto”, grande evento organizzato da Slow Food e giunto alla dodicesima, anche il Molise è stato presente all’interno del fitto calendario di incontri e dibattiti che si sono svolti nei diversi spazi dell’Oval Lingotto e dei padiglioni di Lingotto Fiere. La presenza dei prodotti e dei produttori di un determinato é particolarmente importante in questa edizione di Terra Madre perché il pubblico presente a Torino é maggiormente “specializzato” rispetto alle scorse edizioni. Sono diminuiti, infatti, i visitatori desiderosi di degustare e conoscere i prodotti, mentre sono aumentati gli operatori del settore e le persone che, pur conoscendo già un prodotto, desiderano approfondire tale conoscenza partecipando ad incontri dedicati ad uno specifico tema.
Nel piccolo spazio dei “Mercati della Terra” i produttori molisani presenti a Slow Food hanno organizzato l’incontro “Colture e Culture della Regione che non esiste ma (r)esiste”, alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Molise, Nicola Cavaliere e del pasticcere del Café di Soir di Agnone, Gerri Labbate, e di Alessandra Capocefalo, archeologa e relatrice dell’incontro, che ha presentato alcuni esempi di “resistenza“ molisana alle parodie e alla satira sul Molise “che non esiste” (il cui iniziatore fu Checco Zalone nel suo film “Sole a Catinelle”). I molisani, pur vivendo una situazione difficile in molti campi (come la difficile viabilità e l’industria morente), non dovrebbero persere il loro orgoglio e cercare di ripartire dalle loro eccellenze culturali e agroalimentari, sostiene Capocefalo.
Nel corso dell’incontro, la relatrice ha più volte invitato i presenti a “prendere nota” dei luoghi da lei citati, come il festival di Street Art di Civitacampomarano (comune di soli 300 abitanti), il Castello di Gambatesa, i Tratturi che attraversano la regione e le feste patronali, tra cui quella di San Pardo a Larino. Il Molise, dunque, viene visto come una possibile metà di turismo rurale e culturale e l’idea, a nostro avviso, potrebbe riscuotere un certo successo, soprattutto tra quei turisti che amano partire “zaino in spalla” alla scoperta di luoghi lontani dal turismo di massa.
Non é da sottovalutare, in ogni caso, anche l’importanza dei piccoli produttori del territorio. Spesso, infatti, sono proprio questi ultimi i principali “motori” di promozione turistica di un terrritorio. Il Molise, ad esempio, é riuscito ad essere presente a Terra Madre solo grazie all’iniziativa privata dei produttori delle condotte Slow Food locali, come Nicola Delvecchio e Michela Bonino della Società Agricola Alba di San Giovanni in Galdo e Campolieto (Cb) che sono anche stati tra i fondatori del Mercato Contadino e Artigiano di Campobasso, nato a novembre dello scorso anno, che si propone di ricreare gli antichi Mercati contadini di qualità. Tra i progetti futuri, anche il piano R.I.T.I, che ha dato vita ad una vera e propria rete d’impresa fra cinque strutture turistiche regionali che hanno deciso di ”fare squadra” per essere più competitivi nei mercati internazionali.
Per crescere ulteriormente, dunque, gli agricoltori e i produttori avrebbero bisogno del sostegno della Regione. La presenza dell’Assessore Cavaliere é un ottimo segnale per il futuro, ma è chiaro che non é sufficiente per incrementare la presenza dei produttori molisani in questi grandi eventi. Nel lungo periodo, inoltre, l’agricoltura di qualità molisana (ma anche quella italiana in generale) avrebbe bisogno di maggiore efficienza nel recepire i fondi del Psr. Molto spesso, infatti, l’Unione Europea si propone di sostenere l’agricoltura locale, ma la burocrazia nazionale rende difficile la partecipazione ai bandi. Se questa situazione continuerà anche nel futuro, molti agricoltori del sud faranno sempre più fatica a portare avanti progetti di agricoltura di qualità. Donato D’Auria