Torna il Festival del Giornalismo Alimentare a Torino
Torino – Dal 23 al 25 febbraio 2017 si è svolta la seconda edizione del giornalismo alimentare, evento creato solo nel 2016 ma che è già diventato un punto di riferimento per gli operatori del settore. Sede principale degli incontri è stata l’Accademia delle Scienze di Torino, che ha messo a disposizione dell’evento due sale funzionali per lo svolgimento del festival ma, forse, un po’ piccole, se si considera che il numero di mille accreditati (obiettivo dichiarato degli organizzatori) è stato raggiunto con grande facilità, a testimonianza dell’attenzione che questo evento ha riscosso presso i professionisti della comunicazione del settore, ma anche tra gli altri operatori del settore, desiderosi di comunicare le loro storie in questa cornice.
Come l’anno scroso, il Festival è stato ricco di eventi che hanno incuriosito il pubblico, tanto che i dibattiti hanno spesso rallentato il programma, che si è concluso sempre con evidente ritardo. Tra gli eventi più importanti, quello dedicato alle agromafie, che si è svolto nel tardo pomeriggio della giornata inaugurale, ha toccato temi delicati, sia dal punto di vista economico-giudiziario (ancora oggi la criminalità organizzata guadagna decine di milioni di euro grazie alle attività agricole illecite) che da quello giornalistico, visto che molto spesso i giornalisti vengono lasciati soli quando cercano di denunicare il malaffare delle loro terre.
Molto spazio è stato dedicato anche al ruolo etico del giornalista alimentare, che deve sempre cercare di rimanere oggettivo in un mondo, quello dell’alimentazione, dove non mancano i falsi miti e le “bufale”, intese come notizie senza fondamento scientifico, pubblicate da siti di parte, che possono indurre in inganno i lettori (recentemente non sono mancate quelle sull’olio di palma e la carne rossa). Grazie alla presenza di grandi esperti, non solo della comunicazione, come il professor Giorgio Calabresi, che hanno cercato di comunicare ai presenti quali siano le buone pratiche alimentari che un giornalista del settore deve sempre comunicare, perchè sono scientificamente provate da decenni.
Altro fiore all’occhiello della manifestazione sono state le visite guidate alle eccellenze del territorio piemontese, dove gli ospiti accreditati hanno potuto conoscere realtà d’eccellenza poco note, spesso in zone poco battute dai flussi turistici tradizionali. La scelta di proporre questi tour è stato, in certo senso, il coronamento ideale di un evento che in solo due edizioni è cresciuto moltissimo. Per crescere ancora, a questo punto, sarebbe suffciente, a nostro avviso, migliorare solo alcuni dettagli (vista l’elevata qualità degli incontri in programma), come la sede dell’evento, che potrebbe essere più grande, e alcuni servizi offerti agli accreditati durante le giornate del festival. Luigi M. D’Auria