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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Torino ricorda Pietro Micca e la sua storia

05 settembre 2015

Torino ricorda Pietro Micca e la sua storia

Torino – Sono passati esattamente trecentonove anni da quando Torino riuscì a liberarsi dall’assedio franco-spagnolo, durato centodiciassette giorni, che mise a dura prova l’integrità territoriale dell’allora Ducato di Savoia. Prima di occuparci della figura, più leggendaria che storica, di Pietro Micca, mi sembra giusto ricordare il quadro politico europeo che portò allo scoppio della cosiddetta “Guerra di successione Spagnola” e, indirettamente, anche all’assedio di Torino. All’inizio del nuovo secolo, il re di Spagna, Carlo d’Asburgo, morì senza lasciare eredi diretti, ma con legami di parentela più o meno con tutti i regnanti di allora, compreso il Re di Francia Luigi XIV e l’imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo. Inoltre, le grandi potenze coloniali, quali la stessa Francia e l’Inghilterra, volevano accaparrarsi gli immensi territori del decadente impero coloniale spagnolo. Questi interessi economici e politici portarono alla formazione di due grandi alleanze: la prima capeggiata dal nuovo Re di Spagna (ovviamente contestato) Filippo V e dai francesi, la seconda guidata da Inghilterra e Sacro Romano Impero, con Portogallo e ducato di Savoia desiderosi di ampliare i loro domini, come alleati secondari. Visto che, alleandosi con l’Austria, il ducato di Savoia aveva rotto un precedente patto con la Francia, esso si trovò invaso da quarantamila soldati francesi e spagnoli. Torino si dovette prepara in fretta e furia alla resistenza (e lo fece nel migliore dei modi) visto che sotto la cittadella difensiva furono scavati chilometri e chilometri di gallerie, il cui compito era permettere ai soldati di attaccare i francesi “da sotto” con operazioni di disturbo e di fermare eventuali attacchi sotterranei. Proprio in questo contesto nasce il mito di Pietro Micca. Nato vicino a Biella, precisamente in Valle Cervo, Micca si arruolò nei minatori dell’esercito sostanzialmente perché era rimasto senza lavoro. Secondo quanto ci é stato tramandato, egli fermò una sortita notturna dei francesi facendosi esplodere pur di salvare la patria. Se é vero che il Generale Amoretti ha effettivamente ritrovato la scala esplosa dove morì il soldato piemontese, é altrettanto vero che Micca  provò a scappare, ma il suo tentativo fu vano. Egli iniziò ad essere celebrato solo dall’Ottocento, mentre prima ci si accontentò di donare un vitalizio alla moglie (che tra l’altro lo usò anche dopo essersi risposata). Al di là di storia e leggenda, l’assedio e la vicenda di Pietro Micca restano comunque due eventi da ricordare, perché segnarono profondamente la storia di Torino e perché ci hanno consegnato un patrimonio storico, quello delle gallerie di contro mina, che non va assolutamente perso, dato che é unico al mondo. Luigi M. D’Auria