Bra (Cn) – Arrivato alla quattordicesima edizione, Cheese di Bra rappresenta un appuntamento irrinunciabile per gli amanti del buon cibo di qualità e sostenibile, oltre che per gli operatori del settore alimentare e non solo. Dare vita al più importante evento al mondo dedicato al mondo dei formaggi di qualità, spesso sconosciuti e dimenticati, e farlo nella città di Bra (luogo dove é nata la stessa Slow Food), rappresenta una o dei tanti sogni realizzati da Carlin Petrini e dalla sua Slow Food.
Nel corso della sua storia, Cheese e i suoi organizzatori hanno contribuito a rendere diverso il dibattito pubblico sui formaggi e sulla filiera produttiva del latte, sostenendo realtà locali e, in alcuni casi, rilanciando prodotti che sembravano destinati all’estinzione. In questa quattordicesima edizione dell’evento, gli organizzatori hanno deciso di allargare ulteriormente gli orizzonti della loro azione, con il tema portante di Cheese che sarà la biodiversità dei prati.
In particolare, nel corso della quattro giorni di eventi (15-18 settembre) che riempiranno Bra di convegni, laboratori, lezioni e incontri, si cercherà di comunicare come i “prati stabili”, ovvero quelli in cui é presente un intervento dell’uomo poco invasivo, volto alla conservazione della biodiversità e della ricchezza di nutrienti dei terreni, siano fondamentali per prevenire i cambiamenti aggressivi del clima e degli ecosistemi, e per consentire una produzione maggiore di prodotti autoctoni, rispettosi della biodiversità, tramite l’agricoltura e l’allevamento sostenibili.
Grandi protagonisti di Cheese sono, ovviamente, i 408 espositori presenti a Bra, una cinquantina dei quali provenienti dall’estero. Molte sono le conferme, con produttori che sono ormai parte integrante della struttura dell’evento, come Alba di Nicola Delvecchio e Michela Bunino, unica azienda molisana presente a Cheese, ma non mancano le belle novità, come il casaro Michele Totaro, premiato con uno dei premi per la “Resistenza Casearia” di Slow Food per il suo recupero della tradizione dell’ allevamento della Vacca Podolica del Gargano e della Capra Garganica, entrambi presidi Slow Food. Michele, ventiquattrenne garganico di Monte Sant’Angelo, é stato protagonista del laboratorio d’apertura dello stand di Slow Food Puglia.
L’esito immediato di questa edizione di Cheese é il manifesto dedicato ai prati stabili e ai Pascoli, che potrà certamente guidare l’azione di Slow Food fino alla prossima edizione di Cheese, che sarà nel 2025. Il nostro augurio é che i progetti presentati in questa quattro giorni possano trovare una buona applicazione sui territori, magari anche in quei luoghi che tutt’oggi sono meno ricettivi verso una partecipazione dei produttori a pratiche favorevoli alla biodiversità. Luigi M. D’Auria