Torino – Rigoberto Uran ha dimostrato che il secondo posto al Tour de France non é stato un episodio isolato. Il corriodore colombiano, infatti, ha letteralmente dominato la novantottesima edizione della Milano-Torino, svoltasi giovedì 5 ottobre, la corsa ciclistica più antica del mondo (la prima edizione si svolse addirittura nel 1876). Quello che più conta, però, é che il trentenne nativo di Urrao, ci è riuscito in una edizione della corsa veramente stellare, forse la migliore di sempre. Da quando la Milano-Torino é rinata (era il 2012 e la classica non si svolgeva da cinque anni) gli organizzatori non avevamo mai avuto ai nastri di partenza una tale parterre di partecipanti, anche se pure negli scorsi anni non erano mancati i grandi campioni, da Alberto Contador a Dani Moreno fino al vincitore dello scorso anno, l’altro colombiano Miguel Angel Lopez.
Per Uran è stata la seconda vittoria stagionale, dopo il successo nella nona tappa del Tour de France. Per il corridore colombiano é stato tutto relativamente facile. Raggiunti i fuggitivi della prima ora ai piedi dell’ultima ascesa verso Superga, il colombiano ha fatto fare l’andatura alla “sua” Cannondale-Drapac prima di fare il vuoto a poco meno di tre chilometri dall’arrivo. Secondo classificato, a dieci secondi esatti dal vincitore, Adan Yates, che ha deciso di attaccare solo negli ultimi due chilometri, forse troppo tardi per raggiungere Uran. Terzo posto per Fabio Aru, parso un po’ in ritardo di condizione ma bravo a lottare fino all’ultimo per contenere il ritorno da dietro di Nairo Quintana, tornato alle competizioni dopo una lunga sosta. Al quinto posto, invece, è giunto il giovanissimo francese David Gaudu, ventunenne dal grande talento è sempre pronto a buttarsi all’attacco.
I protagonisti di questa Milano-Torino, però, non sono finiti qui, visto che,anche se non al top della condizione, erano presenti anche Thibaut Pinot, Wouter Poels e Daniel Martin. Si può affermare, dunque, che dopo cinque anni di ricostruzione la Milano-Torino é tornato un appuntamento importante all’interno del panorama ciclistico europeo, soprattutto grazie alla collocazione nel calendario che la rende la corsa più vicina al Giro di Lombardia (che si é disputato sabato 7). Occorre ricordare un particolare: nessuno dei corridori più in vista alla “Classica delle Foglie Morte”, a partire dal vincitore Vincenzo Nibali, era presente alla Milano-Torino, segno evidente di come, per i corridori che si presentano già in forma all’inizio della settimana del Lombardia, la gara che termina a Suoerga non sia proprio fondamentale.
Una nuova possibilità di sviluppo per la gara potrebbe giungere, tuttavia, dall’Unione Ciclistica Internazionale, il cui nuovo presidente, David Lappartient, ha deciso di sostenere la rinascita di diverse corse storiche, come il Gp Plouay, il Giro dell’Emilia e la stessa Milano-Torino rispetto agli eventi che si disputano in Paesi ciclisticamente emergenti, dove il budget é più alto ma la passione é minore. Se gli organizzatori di RCS Sport decidessero di rendere la Milano-Torino un evento “autonomo” e di organizzarlo in una giornata festiva, la Milano-Torino potrebbe davvero tornare ad essere una classica di prestigio. Luigi M. D’Auria