Torino – Le Elezioni Politiche del 4 hanno lasciato come eredità un Paese estremamente diviso e senza una maggioranza di Governo sicura. In attesa dell’avvio ufficiale della legislatura (il Parlamento inizierà la sua attività venerdì prossimo), la Lega e il Movimento Cinque Stelle festeggiano una vittoria per certi versi insperata, mentre Forza Italia e il Pd cercano di ricomporsi per affrontare le prossime sfide politiche, ma anche per prepararsi ad un terremoto che sembra destinato a mettere fine all’esperienza della Seconda Repubblica.
Il risultato del Movimento 5 Stelle (che ha ottenuto poco più del 32% dei consensi) non é stato particolarmente sorprendente dal punto di vista numerico (gli ultimi sondaggi assegnavano il Movimento guidato da Luigi Di Maio una “forchetta” di voti compresa fra il 28 e il 30% dei consensi), ma per il numero di collegi uninominali ottenuti nelle regioni del sud, dove il Movimento ha vinto praticamente ovunque con percentuali superiori al 50%. In Sicilia, addirittura, si è verificata una situazione simile a quella del 1994: un solo partito ha ottenuto tutti i seggi disponibili (ben 60).
Dicevamo, in precedenza, di un Paese diviso. Al grande successo dei Cinque Stelle al sud ha fatto da contraltare il dominio del Centrodestra, che é riuscito a vincere in quasi tutti i collegi uninominali, risultando anche la prima coalizione per consensi (37%). Era difficile, tuttavia, ipotizzare lo storico sorpasso della Lega di Matteo Salvini, che ha staccato Forza Italia, che ha ottenuto il risultato più basso della sua storia alle Elezioni Politiche. L’assenza di Silvio Berlusconi, incandidabile fino al prossimo anno, ha certamente svantaggiato Forza Italia, mentre la “denordizzazione” operata da Matteo Salvini ha trasformato la Lega in un partito nazionale di destra, in grado di giocare le sue carte per andare a Palazzo Chigi.
Quasi impronosticabile, invece, il crollo del Partito Democratico, sceso sotto il 20 per cento e quasi sempre battuto nei collegi, condizione che riduce la principale forza politica della scorsa legislatura in una forza di opposizione. Il risultato immediato è stata la fine della segreteria di Matteo Renzi che, pur rimanendo il capo politico del Partito Democratico, sembra essere destinato a non essere più uno dei principali uomini politici del Paese. Nei prossimi mesi, dunque, tutte le forze di sinistra saranno costrette ad un processo di rifondazione che potrebbe portare ad un cambiamento della geografia politica italiana. Non mancano, tuttavia, coloro che sperano nella discesa in campo di un leader che riporti la sinistra vicina alla gente comune, riguadagnando i voti regalati dal Pd al Movimento Cinque Stelle, anche se sembra difficile trovare un uomo politico in grado di compiere questa difficile operazione politica.
La vera priorità, tuttavia, è quella di dare un Governo stabile ad un Paese che avrebbe bisogno di stabilità per continuare il percorso di crescita economica cominciato nel 2017. In questo momento, tuttavia, é molto difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni, visto che ogni scenario é teoricamente possibile, dal Governo di una delle due coalizioni vincitrici con l’appoggio di parte del Pd fino ad un accordo fra Lega e Cinque Stelle, fino ad un governo istituzionale di larghissima maggioranza. In ogni caso, queste elezioni ci hanno consegnato un nuovo quadro politico e la volontà dei cittadini di cambiare profondamente la classe dirigente del Paese, ma solo il tempo potrà dirci se i rappresentanti scelti dai cittadini saranno capaci di combinare abilità politica e misure forti per l’economia del Paese. Luigi M. D’Auria