Londra – Antonella Palmisano é riuscita ad ottenere la medaglia di bronzo nella 20 km di marcia ai Mondiali di Londra, cancellando, almeno in parte, le prestazioni non esaltanti di molti degli atleti presenti a Londra. Antonella, dopo il quinto posto ai Mondiali di Pechino del 2015 e il quarto ai Giochi di Rio del 2016, é riuscita, insieme al suo tecnico Patrizio Percesepe, a migliorare ancora qualche dettaglio, ottenendo un podio meritato e il suo nuovo personale, passato da 1h 27′ 51″ a 1h26’36”. Il principale merito della marciatrice di Mottola, però, é stato quello di mantenere, anche nella parte finale di gara, una tecnica di marcia precisa e priva di sbavature. Le tre avversarie che la precedevano (le due cinesi Yang e Lyu e la messicana Gonzalez), invece, si sono lanciate in uno sprint a ritmi forsennati in cui hanno perso ogni parvenza di tecnica corretta. Tutte e tre, a nostro avviso, avrebbero dovuto essere squalificate, ma la giuria ha deciso di assegnare la terza proposta di squalifica solo alla Lyu. Secondo il nostro modo di intendere la marcia, i giudici avrebbero dovuto essere più rigidi nell’applicazione del regolamento, anche se lo stesso si presta a interpretazioni diverse.
Questa splendida medaglia, in ogni caso, non é riuscita a cancellare le brutte prestazioni di molti azzurri. Anche se l’Italia é tornata nel medagliere (a Pechino le medaglie erano state 0), il piazzamento nella classifica a punti (vero termometro del valore di una Nazionale, in quanto tiene conto di tutt le finali raggiunte) é ancora calato, scendendo fino al trentottesimo posto, figlio di un solo altro piazzamento tra i primi otto, il sesto posto nella maratona maschile ottenuto da un bravissimo Daniele Meucci. Le uniche altre note positive sono arrivate sono arrivate da Marco Lingua, decimo nella gara del lancio del martello, da Ala Zoghlami (che ha realizzato il personale nelle batterie dei 3000 siepi) e da Filippo Tortu, che ha superato un turno nei 200 metri.
Ancora una volta, dunque, é necessario cercare di capire cosa é mancato ai nostri atleti per ben figurare in una grande rassegna. Quasi tutti, infatti, non sono riusciti a realizzare un tempo vicino neanche al loro personale. Quasi tutti, realizzando un tempo vicino a quel limite, avrebbero potuto superare un turno in più o anche suonare la medaglia (basti pensare a Tamberi e alla Trost nel salto in alto). Pur non conoscendo le dinamiche della federazione, ci sentiamo di fornire una risposta controcorrente. Il progetto elaborato dal Direttore Tecnico Elio Locatelli é giusto, almeno in parte. La nostra Nazionale ha bisogno di un gruppo di atleti (coincidenti con il gruppo degli “Elite” individuato dallo stesso Locatelli) focalizzati solo sulle grandi rassegne (Mondiali, Olimpiadi ed Europe). Non ha senso, secondo noi, far partecipare i nostri migliori ai meeting nazionali dove, complici anche i ritmi più bassi, é più difficile ottenere i minimi richiesti dalle federazioni internazionali. Meglio, a nostro avviso, incentivare la partecipazione a meeting più “esigenti” dal punto di vista tecnico (utili ad ottenere i “minimi richiesti”) per poi concentrare la stagione sui grandi appuntamenti.
Sviluppare un progetto di questo tipo, in ogni caso, richiede diverso tempo. Forse la generazione di atleti che ha ottenuto diverse medaglie agli Europei Juniores e Under 23 potrebbe adattarsi più facilmente a questo nuovo tipo di programma, magari sotto la guida di Stefano Baldini, che sta facendo molto bene anche come Direttore Tecnico. L’unica certezza dell’atletica italiana, in ogni caso, é serve un deciso cambio di passo per riportare in alto la nostra Nazionale. Luigi M. D’Auria