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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Quasi tutto pronto per il “Giro della Bell’Italia”

25 maggio 2021

Torino – A poco più di 4 mesi dal via, é arrivata la conferma ufficiale. Il 1 ottobre inizierà ufficialmente il “Giro della Bell’Italia”, organizzato da Planet Hope, con il via fissato a Torino e l’arrivo a Taranto, dove il 21 ottobre partirà l’edizione numero 49 della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si prolungherà fino al 24 dello stesso mese. A fare da “prologo” a questa iniziativa di ampio respiro ci saranno due tappe nel territorio della Città Metropolitana di Torino, con partenza dall’Abbazia della Novalesa e passaggi da luoghi storici come la Sacra di San Michele, luoghi storici di spiritualità, storia e sviluppo.

La volontà di creare un evento di respiro nazionale come questo, nasce dalla voglia di sensibilizzare le giovani generazioni sulla necessità di un cambiamento sostenibile della nostra società da un punto di vista ambientale e sociale. Il cambiamento climatico, infatti, é una sfida che impegnerà tutto il pianeta nei prossimi anni e decenni, ma una soluzione sostenibile può essere trovata, secondo gli organizzatori, solo liberando il “capitale sociale” presente sui territori.

Lungo il tragitto, dunque, spazio a una staffetta ciclistica che, dopo la partenza dalla città dei “Santi Sociali”, arriverà nella città che più di tutte ha bisogno di trovare una direzione di sviluppo post-industriale. Nella staffetta ci sarà possibilità di aggregare realtà e persone desiderose di svolgere anche una sola tappa del percorso. Unire crisi ambientale e crisi antropologica non vuole essere una semplificazione dei problemi, ma un modo per inquadrare in un quadro generale possibili soluzioni per problemi sociali globali.

A pochi mesi dall’evento, che si preannuncia carico di spunti ed idee, la riflesssione su una risoluzione sociale e antropologica dei problemi italiani e non solo è molto viva. La dimensione sociale della Chiesa e il suo radicamento capillare sul territorio possono essere, in questa ottica, basi di partenza interessante per la creazione di modelli di sviluppo sostenibili, sia dal punto di vista della giustizia sociale che dal punto di vista ambientale, con un occhio di riguardo per modelli naturali attenti alla biodiversità. Luigi M. D’Auria