Nimes – Finalmente è arrivato il momento più atteso da tutti gli appassionati di ciclismo italiani. Fabio Aru e Vincenzo Nibali si troveranno l’uno contro l’altro in una grande corsa a tappe. La prima sfida tra i due ex compagni all’Astana avrebbe dovuto svolgersi allo scorso Giro d’Italia, ma un infortunio ha obbligato Aru a stare fermo fino al Giro del Delfinato e a focalizzare la sua stagione sul Tour de France. Nibali, invece, ha partecipato al Giro, chiudendo al terzo posto, ma facendo vedere le sue grandissime doti solo a sprazzi. Questa edizione della Vuelta potrebbe rappresentare un passaggio di consegne fra lo”Squalo” (che a novembre compirà trentatré anni) e il “Cavaliere dei Quattro Mori” (che, a ventisette anni, pare aver raggiunto la piena maturità agonistica).
Sarebbe riduttivo, in ogni caso, considerare la corsa spagnola “soltanto” una sfida fra i due azzurri. Alla partenza di Nimes, infatti, si presenteranno quasi tutti i migliori specialisti delle corse a tappe. Primo fra tutti, sua maestà Chris Froome, che cerca il primo successo nella corsa spagnola, dove ha ottenuto al massimo tre secondi posti. I tifosi francesi si aspettano moltissimo da Romain Bardet (che prende parte per la prima volta alla corsa spagnola) e a Warren Barguil, su cui si sono accesi i riflettori dopo un grande Tour de France. Da non sottovalutare, inoltre, la Orica-Scott, che si presenta al via della Vuelta con ben tre corridori in grado di ben figurare: i gemelli Adam e Simon Yates e Esteban Chaves. Tra gli outisider, potrebbero sorprendere tutti Bob Jungels (maglia bianca al Giro d’Italia), Ilnur Zakarin e George Bennett.
Il percorso, come nelle scorse edizioni, si presenta davvero difficile. Nella prima settimana, ricca di arrivi su “strappi” molto duri (sono tre, alla quinta, ottava e nona tappa), non prevediamo grandi distacchi, perché nessuno vorrà rischiare di ritrovarsi a corto di energie nell’ultima setttimana. Nella seconda parte di corsa, invece, tornano alcune salite storiche della corsa spagnola, come quella che porterà la carovana a La Pandera, sulla Sierra Nevada (quattordicesima tappa) e l’Alto de la Mora (quindicesima tappa). La terza settimana, invece, sarà spettacolare per il pubblico, ma massacrante per i corridori. La sedicesima tappa (a Logrono) sarà una cronometro individuale di 42 chilometri, che sarà seguita da ben due arrivi in salita. La corsa arriverà, nella diciannovesima tappa, nelle Asturie, per la precisione a Gijon. Proprio nelle Asturie si trova l’arrivo della ventesima tappa, posizionato sull’Alto de Angliru, una salita durissima, che prevede un tratto addirittura al 23% di pendenza. Proprio su questa durissima salita si deciderà questa edizione della Vuelta, anche se le molte salite delle tappe precedenti ( e la lunga cronometro) potrebbero aver già fatto la differenza.
Questa edizione della Vuelta sarà, in ogni caso, speciale. Alberto Contador, infatti, ha deciso di ritirarsi proprio al termine della corsa spagnola. Nonostante un’opzione che gli consentirebbe di continuare il suo rapporto con la Trek Segafredo, lo spagnolo si é dimostrato irremovibile. Questo protagonista del ciclismo moderno (vincitore di due Giri d’Italia, due Tour de France e tre Vuelta) ha deciso di ritirarsi in un momento in cui la sua stella, pur essendosi un po’ affievolita, continua a splendere nel mondo del ciclismo. Il sogno dello spagnolo é quello di riuscire ad impreziosire ulteriormente una carriera già straordinaria, anche se il recente passato (pensiamo a Bolt e Mo Farah) dimostra che, per i grandi campioni, é difficile chiudere la carriera con una grande vittoria. Contador, negli ultimi due anni, non ha ottenuto grandi successi, ma ha continuato a correre in maniera “garibaldina” senza paura di farsi risucchiare da inseguitori più forti. In ogni caso, siamo certi che anche quest’ultima recita di questo grande attore del ciclismo mondiale sarà da ricordare. Luigi M. D’Auria