Torino – Sabato 27 e domenica 28 ottobre, Volt, nuovo movimento politico progressita e paneuropeo, inizierà ufficialmente la propria campagna in vista delle Elezioni Europee del prossimo maggio, in cui la giovanissima formazione politica si presenta con l’obiettivo di dare vita al primo gruppo totalmente transnazionale del Parlamento Europeo, eleggendo almeno 25 eurodeputati provenienti da un minimo di sette stati membri.
Si tratta di uno dei momenti più importanti della giovane vita di Volt, che sta cercando di trasformare in realtà il sogno di tre giovani della “generazione Erasmus”, che dopo il referendum sulla Brexit decisero di fondare un partito progressista e paneuropeo. Ad oggi Volt é gia presente come partito politico in nove Paesi, tra cui l’Italia. La “Dichirazione di Amsterdam” costituisce un modo per fare un “punto della situazione”, affermando i valori e la natura di Volt, ma anche un modo per proiettarsi al futuro, tracciando le linee guida comuni a tutte le sezioni nazionali di Volt in vista delle Elezioni Europee, ma anche i punti chiavi su cui si dovrà basare l’azione di tutti i futuri eurodeputati della stessa Volt.
Tra i fondatori di Volt, il Presidente Andrea Venzon ha parlato della dichiarazione di Amsterdam come di un modo per affermare che “siamo un partito paneuropeo e chiediamo un’Europa senza barriere, in cui tutti possano avere le medesime opportunità e sentrirsi rappresentati dalle istituzioni europee.” Ad Amsterdam sarà proprio Venzon a guidare una parte dei lavori, anche se la dichiarazione é frutto del lavoro di 200 volontari e dovrà essere firmata e condivisa dai delegati presenti.
Tutte le azioni politiche di Volt si basano su tre diversi livelli d’azione: quello europeo, quello nazionale e quello locale. L’evento di Amsterdam costituisce un momento di incontro tra queste diverse componenti, che saranno chiamate a confrontarsi per trovare una strada comune. A differenza dei movimenti che propongono un’azione dal “basso” (tra cui il Movimento 5 Stelle, a cui Volt é stato paragonato ma che non costituisce un modello per i fondatori), Volt oppone una maggiore valorizzazione delle competenze degli iscritti. In Italia, ad esempio, sono già attivi in diverse città i “team” di lavoro su diverse temi, dalla mobilità allo sviluppo sostenibile. I gruppi di lavoro costituiscono la base su cui si fonda la politica di Volt, oltre che il principale “motore” di Volt.
Non mancheranno, dunque, gli italiani ad Amsterdam: saranno circa 40, infatti, i delegati del nostro Paese presenti alla dichiarazione. In un panorama riformista che sta ancora cercando nuovi riferimenti dopo le elezioni del 4 marzo, Volt può costituire una valida alternativa, anche per molti under 35 che fino ad oggi non si sono rappresentati dalla classe politica di un Paese che, ad oggi, continua ad investire in fondi strutturali soprattutto per gli over 55. Luigi M. D’Auria