Quimper (Bretagna) – L’arrivo di Quimper é davvero ostico. Un lungo rettilineo che piega verso le colline della Bretagna, la strada stretta e l’ultimo chilometro al 5% di salita rendevano la quinta tappa del Tour de France più adatta agli uomini da classiche che ai velocisti. Il favorito della vigilia era Peter Sagan e, come spesso succede, il campione del mondo non ha tradito le attese: ha sfruttato il lavoro della Bmc e della Quick-Step, si é fatto “pilotare” dai suoi gregari fino all’imbocco dell’ultimo strappo e poi ha battuto tutti con uno scatto di pura potenza . Come nella seconda tappa, la piazza d’onore é andata a Sonny Colbrelli, fino a questo momento il migliore degli italiani, bravo a destreggiarsi nel duplice ruolo di velocista della Bahrain-Merida e gregario di Vincenzo Nibali. Sagan, dunque, raggiunge Fernando Gaviria a quota due vittorie in questo Tour: il colombiano, dopo le vittorie al Giro dello scorso anno, si conferma la nuova scommessa vinta da Patrick Lefevre (Direttore Sportivo della Quick-Step) e il migliore velocista “puro” in circolazione.
Fino a questo momento il Tour non ha avuto la “solita” copertura mediatica, vista la contemporaneità con i Mondiali di Russia e la conclusione del caso Froome, che ha portato nuove critiche al mondo del ciclismo. Il campione britannico, infatti, gareggiava sub judice da dieci mesi per una “non negatività” ad un controllo antidoping effettuato alla scorsa Vuelta. Dopo dieci mesi, 25000 pagine di memoriale difensivo, parcelle milionarie e polemiche a non finire, il vincitore dell’ultimo Giro é stato assolto ed é in corsa al Tour, anche se le critiche a lui e al Team Sky aumentano. A nostro avviso, é giusto prendere atto delle decisioni della giustizia sportiva e spegnere le polemiche, anche se ci sentiamo di affermare che questo processo ha evidenziato la superiorità economica del Team Sky. In un ciclismo sempre più povero di grandi investitori, il gruppo guidato da Rupert Murdoch é l’unica multinazionale in grado di affrontare ogni problema legato alle corse o al loro contorno. La nostra sensazione é che, anche quando le prestazioni di Frooome caleranno, continueranno ad essere loro la squadra da battere.
In questa edizione, in ogni caso, non mancheranno gli avversari per Froome, deciso ad eguagliare Pantani e a vincere Giro e Tour nello stesso anno, proprio come fece il “Pirata” nel 1998. Se ci sono molti dubbi sulle possibilità di Tom Dumoulin, che per la prima volta affronta Giro e Tour nello stesso anno, é sicuro che il principale avversario di Froome sarà Vincenzo Nibali. Lo “Squalo” ha limitato i danni nella cronosquadre e, nella tappa di domenica con arrivo a Roubaix, sarà l’unico dei big che affronterà i tratti in pavé cercando di guadagnare e non giocando in difesa. In caso di prestazione positiva a Roubaix crescerebbero anche le quotazioni di Romain Bardet: il francese é un po’ migliorato a cronometro e ha finalmente a disposizione una squadra di ottimo livello. La Movistar ha deciso di correre con tre punte: il minuto perso da Quintana nella prima tappa, però, potrebbe lanciare Landa e Valverde. I possibili outsider non mancano: Adam Yates, Rigoberto Uran, Warren Barguil e Richie Porte sono corridori da non sottovalutare.
Dopo il primo giorno di riposo la corsa entrerà davvero nel vivo: ci saranno tre giornate sulle Alpi tra martedì 17 e giovedì 19 luglio (quando si arriverà sulla mitica Alpe d’Huez) e due giornate sulle insidiose strade del Massiccio centrale prima del trasferimento sui Pirenei. Oltre al passaggio su salite storiche quali l’Auvisqud e il Tourmalet, la corsa prevede anche una tappa (la diciassettesima) con partenza ad “ondate”: i primi venti della classifica generale partiranno due minuti prima degli altri e non potranno contare sull’aiuto di gregari. Prima della passerella finale di Parigi ci sarà tempo per una cronometro nei Paesi Baschi francesi. Il Tour de France, dunque, potrà riservare ancora grandi emozioni. Luigi M. D’Auria Ha collaborato Luigi Magnani