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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

La Paesologia di Franco Arminio per salvare l’Italia dei Borghi

04 marzo 2022

Torino – Negli ultimi due decenni, l’interesse nei confronti dell’Italia interna, contadina e montuosa, é incrementato in modo esponenziale. Riscoperta di tradizioni e gastronomia contadina, rivalutazione di Borghi interni sono stati temi al centro del dibattito culturale nostrano. Ma sull’effettivo stato dell’Italia interna e sulle sue possiblità di recupero culturale e sociale, al di là della dimensione turistica, sono in pochi a farsi delle domande: tra questi, il poeta di Bisaccia (nell’Irpinia Orientale) Franco Arminio, autonominatosi “paesologo”, che nel suo “Vento Forte fra Lacedonia e Candela” racconta a livello poetico ed emozionale persone e luoghi di questa Italia nascosta.

Nella sua narrazione, Arminio assume lo sguardo di un viaggiatore che si aggira per l’Italia dimenticata, raccontando dei brandelli di realtà che si offrono alla sua vista di volta in volta, siano essi persone, sagre, eventi, paesaggi. In questo senso, la differenza fra la natìa Irpinia, il Molise interno o la Val Germanasca in Piemonte é inesistente: dalla narrazione emerge la presenza di una seconda Italia, dimenticata dalla prima, con 7 milioni di abitanti sparsi fra 5000 comuni. Il poeta di Bisaccia, diventato paesologo, riesce a raccontarli col suo sguardo poetico ed esistenziale.

L’aspetto più interessante del libro, dal punto di vista narrativo, é la volontà dell’autore di non proporre soluzioni per migliorare la realtà presente: “Vento Forte fra Lacedonia e Candela” non é un testo “politico” in senso stretto, ma una narrazione poetica che mira a toccare i sentimenti e l’amore per la bellezza del lettore, più che provocarne l’indignazione. Arminio, tuttavia, non é un’autore rassegnato. La sua volontà di fotografare, raccontare, comporre prevale sempre e le sue peregrinazioni paesologiche non si arrestano e vengono integrate dal rapporto col paese natale, Bisaccia, dove ha fondato una “Casa della Paesologia” e da dove intrattiene rapporti diretti con i suoi lettori, scambiando prodotti tipici con dediche poetiche e con messaggi personalizzati nel cuore della notte.

Con questo testo, dunque, Arminio si propone come uno dei più interessanti poeti e narratori contemporanei italiani. Chiunque voglia avere a che fare con la “Paesologia” e con il recupero del proprio territorio dovrebbe affidarsi a questo approccio esistenziale, che coniuga i ritmi lenti della civiltà contadina e la capacità di produrre e lavorare manualmente (“Abbiamo bisogno di persone che sappiamo fare il pane” dice Arminio) con una passione per la cultura e la bellezza. Luigi M. D’Auria