Buon successo per l’Italia ai Giochi Olimpici di Rio
Rio de Janeiro – Stesso numero di medaglie di Londra, ma tre argenti in più. Questo é il bilancio della spedizione azzurra ai trentunesimi Giochi Olimpici dell’era moderna. Come spesso accade, sono diventati protagonisti atleti che, prima dei Giochi, erano semi sconosciuti al grande pubblico, mentre altri, come in ogni edizione, pur essendo dei beniamini, sono stati massacrati dalla stampa a causa di risultati al di sotto delle attese.
Nella prima categoria non si puó non inserire Fabio Basile, judoka ventiduenne di Rivoli (Torino), che consegnato alla nostra nazionale il duecentesimo oro della sua storia olimpica, vincendo con un ippon la categoria 66 kg del judo. Grande sorpresa anche nel tiro al piattello femminile, dove le due azzurre Bacosi e Cainero hanno centrato una doppietta incredibile, se si considera che a Londra nessuna delle due era arrivata a medaglia. Per la prima volta, inoltre, la nostra nazionale ha colto una medaglia nel bravo volley, grazie alla coppia Lupo-Nicolai. Sempre nel tiro sportivo (vera fucina di medaglie in queste olimpiadi brasiliane), ha sorpreso il figlio d’arte Gabriele Rosseti, che a soli ventidue anni ha realizzato uno strabiliante 32/32 nei tiri di finale.
Questi atleti rappresentano solo una piccola parte di coloro che hanno portato la mostra nazionale al nono posto finale nel medagliere. Non bisogna dimenticare, inoltre, che molti atleti sono riusciti a vincere la pressione, rispettando i pronostici che li vedevano favoriti. Pensiamo ai gemelli del nuoto Paltrinieri e Detti, capaci di regalare agli appassionati una grande doppietta oro-bronzo nei 1500 stile libero di nuoto. Così come Tania Cagnotto, finalmente in grado di raggiungere una medaglia ai Giochi. Hanno sbagliato poco, anzi pochissimo, le nostre squadre presenti. Due argenti (Setterosa e pallavolo maschile) e un bronzo (ottenuto dal settebello) sono davvero un bel bottino.
Parlavano, in precedenza, di delusioni. Purtroppo ne sono arrivate anche in questi giochi. Forse quella che fa più male agli sportivi é il quarto posto nei 200 stile libero di nuoto ottenuto dalla nostra portabandiera Federica Pellegrini. In sua difesa (così come del riunito doppio femminile Errani-Vinci) gioca, però, lo strapotere di avversari davvero più forti dei nostri, come l’americana Ledecky e il doppio svizzero Hingis-Bacsinszky. Riconoscere la superiorità degli avversari dovrebbe far parte dello spirito olimpico.
Secondo i vertici del CONI, queste Olimpiadi sono state un successo anche dal punto di vista della politica sportiva, visto che la faraonica installazione di Casa Italia avrebbe fatto guadagnare punti alla candidatura di Roma come città organizzatrice dei Giochi Olimpici numero 33. A nostro avviso, non devono essere le “prove di forza” a rendere vincente una candidatura, ma un dossier che valorizzi le strutture già esistenti e non rendano degli splendidi impianti in cattedrali nel deserto. Per questo, ci sentiamo di dire ai nostri lettori che Roma 2024 riuscirà a trionfare sulle altre candidate (Parigi e Los Angeles in primis) solo se il Comitato organizzatore impiegherà ogni giorno a cercare di migliorare un dossier che, a nostro avviso, non valorizza abbastanza degli impianti splendidi (come il Centro dell’Acqua Acetosa) per costruirne altri in zone decentrate, come lo Stadio del Tennis di Tor Vergata. Luigi M. D’Auria