Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto il ventottesimo Salone del Libro di Torino
Torino – Ormai è inutile nasconderlo: il Salone del Libeo di Torino è uno dei più importanti eventi culturali del Paese. Per ciò, il numero di visitatori è in continua crescita, segno evidente che la lettura di un buon libro, sia in formato cartaceo che in formato Ebook, non passa mai di moda, anche se non bisognare dimenticare che l’attuale crisi non può far altro che evidenziare i problemi dell’editoria italiana che, croce e delizia del settore, è storicamente molto frammentata. Se ne ha ulteriore conferma quando ci si perde per gli infiniti corridoi dei padiglioni di Lingotto Fiere, notando le decine di piccoli editori che giorno dopo giorno fanno di tutto per sopravvivere proponendo libri di nicchia, ma di qualità. Certo, c’è spazio anche per i grandi gruppi editoriali nazionali, ansiosi di mettere in mostra le ultime novità pronte a diventare best sellers, ulteriore conferma dell’importanza che il Salone si è conquistato anno dopo anno. Di qualità anche l’ospite d’onore, quella Germania ogni tanto poco considerata dai lettori, ma proprio per questo vogliosa di presentare i suoi scrittori di qualità al grande pubblico che viene dall’Italia e dall’estero per visitare il Salone.
In questi giorni, tuttavia, più che il Salone del Libro in sé ha tenuto banco presso i media il discorso di apertura del Presidente Sergio Mattarella, che ha colto l’occasione per visitare anche la Sindone e l’appena riaperto Museo Egizio. Nella sala arancione di Lingotto Fiere, il Presidente, spesso accusato di non essere abbastanza partecipe all’interno del dibattito politico italiano, ha deciso di usare toni duri contro il problema corruzione, troppo spesso non affrontato dalla nostra classe politica, che molto spesso preferisce girare intorno al problema proponendo leggi assolutamente inutili. Mattarella, di fronte ad un pubblico molto giovane, già di per sé una buona notizia, ha deciso di smentire le voci che lo volevano piegato di fronte agli “ordini” del governo Renzi, esprimendo un parere imparziale ma incisivo, come dovrebbe fare un vero Presidente della Repubblica, per indirizzare, senza tuttavia interferire, i lavori di un Parlamento che, su questo tema come su altri, sta davvero dormendo da anni.
Insomma, questo Salone del Libro ci consegnerà sicuramente tanti libri destinati a ritagliarsi un posto nel cuore di molti famelici lettori (speriamo inoltre che molti, soprattutto studenti, diventino invece lettori proprio grazie al Salone), ma, dal punto di vista politico, ci ha già consegnato un Presidente della Repubblica non remissivo come veniva dipinto dai più, ma perfettamente consapevole del suo ruolo che, ne siamo a questo punto convinti, imparerà ad interpretare sempre meglio nel corso del suo settennato, che non si prospetta certo facile dato il clima politico italiano, più che mai incandescente e pieno di punti interrogativi. Luigi M. D’Auria