Torino – In una quotidianità che é rimasta sconvolta a causa delle necessarie disposizioni del Governo, parlare di politica può sembrare poco corretto o addirittura inopportuno. Tuttavia, siamo di fronte ad un momento tragicamente storico, le cui conseguenze sono difficilmente prevedibili, ma che quasi sicuramente metteranno in gioco alcuni equilibri che erano considerati inattaccabili fini a poco tempo fa.
Come giustamente ha affermato Paolo Rumiz, il Coronavirus ha messo in luce i lati positivi e negativi della rete, a cui spesso avevamo guardato acriticamente come ancora di salvezza. Sicuramente essa é uno strumento prezioso, che ci consente di informarci e restare in contatto con i nostri cari, oltre a continuare, almeno in parte, la nostra routine lavorativa. D’altro canto, tuttavia, é anche una grande “piazza virtuale” in cui, sospinti spesso da fake news, soffiano i venti del risentimento nei confronti dei primi provvedimenti che, da decenni, limitano la libertà delle persone nel mondo occidentale.
I pericoli di “rivolta sociale” non sono del tutto assenti. In un mondo che non può fare a meno della velocità e del movimento, l’inattività é la peggiore delle condanne. Inoltre, non possiamo dimenticare una situazione che si sta facendo sempre più difficile dal punto di vista economico per molte famiglie, ormai in tutta Europa.
In una situazione così difficile, l’assenza di un accordo fra i Paesi dell’Ue colpisce particolarmente. Finora non si é andati oltre un generico impegno a provare a trovare un accordo, con più parti che chiedono un ritorno in campo di Mario Draghi, visto come uno dei pochi nomi in grado di mediare fra le diverse richieste dei Paesi membri.
Curiosamente, un momento così difficile per L’Ue coincide con i 3 anni dalla fondazione di Volt, il primo partito paneuropeo della storia. In un momento in cui la possibilità di una collaborazione fra gli Stati europei sembra essere assente, il sogno di unire in modo più concreto gli Stati europei pare decisamente utopistico, ma é allo stesso tempo attuale, in quanto le conseguenze negative della sua assenza si stanno facendo sentire in un momento drammatico. Per provare a realizzarlo, tuttavia, servirà tempo e, soprattutto, la volontà di metterlo in pratica con politiche nuove, ma anche guidate dal “sogno” dei padri fondatori dell’Unione Europea. Donato D’Auria