Tutto pronto per la Vuelta numero 71
Ourense – Partirà dalla Galizia l’edizione numero 71 della Vuelta Espana. Precisamente, il via sarà dato dalla città termale di Ourense, da cui partirà, nella giornata di sabato 20 agosto, una cronometro a squadre di circa ventinove chilometri, che si concluderà al Parque Nautico Castrelo do Mino. Tappa non facilissima, quindi, che rappresenta il degno antipasto dell’ennesima Vuelta con un percorso durissimo, in particolare nelle sue fasi centrali. Come al solito, saranno le terre selvagge della Spagna del nord ad ospitare la maggior parte del percorso. Fino al sedicesimo giorno, infatti, i corridori saranno sballottati da un sistema montuoso all’altro, toccando villaggi di montagna che vanno dai Paesi Baschi alla Galizia.
Dopo una prima settimana fatta di tanti “mangia e bevi”, si inizierà a fare sul serio. Alto del Naranco, Lagos de Cavandoga, Pena Cabroga, Sallent de Gallego e le montagne intorno a Bilbao renderanno la seconda settimana un terreno da inferno, dove solo i migliori riusciranno a stare davanti. Dulcis in fundo uno sconfinamento in Francia, dove i corridori arriveranno in cima al temibile Aubisque. Dalla diciassettesima alla ventesima tappa, i corridori saranno a sud, nella Comunitad Valenciana, dove la diciannovesima tappa (cronometro individuale a Calpe) e la ventesima (arrivo in quota sull’Alto de Aitana), ci diranno chi sarà il vincitore da incoronare a Madrid.
A nostro avviso sono quattro i principali favoriti: Chris Froome, Alberto Contador, Nairo Quintana ed Alejandro Valverde. L’ultimo vincitore del Tour vuole vincere la Vuelta, dove non é mai riuscito a dare il meglio, forse perché non é mai riuscito a voltare pagina psicologicamente dopo l’edizione 2011, in cui perse per 13″ a causa di continue litigate con Wiggins. Motivazioni simili per Quintana, che in Spagna non ha mai fatto bene. Valverde, al terzo grande giro dell’anno, vuole continuare a far sognare i suoi tanti fan, mentre Contador vuole replicare le edizioni 2012 e 2014, in cui non andò bene al Tour ma vinse nella corsa spagnola.
Non mancavano, però, anche altri ottimi corridori. Candidati ad un posto tra i primi cinque ci sono, sicuramente, Kruijswick e Chaves (bravi al Giro quest’anno) e Meijntjes, primo africano tra i primi dieci al Tour. Dopo problemi fisici e scarsa condizione, sono in cerca di riscatto i due americani Talansky e Van Garderen, mentre potrebbero stupire i colombiani Atapuma e Lopez, oltre agli spagnoli Anton e Sanchez.
Pochi, invece, gli italiani. Soprattutto, mancano le nostre due frecce, Nibali e Aru. Il primo, dopo la sfortunata caduta olimpica e le fatiche di inizio stagione, non ha mai pensato di esserci. Il secondo, dopo la terribile delusione del Tour, ha deciso di non provare a difendere il successo dello scorso anno. Arrivato a 26 anni il sardo, patita la prima vera delusione della carriera (frutto di una giornata storta che ha rovinato un’anno di lavoro) deve uscire dal tunnel soprattutto a livello mentale. Ai nostri appassionati, dunque, non resta che seguire lo scontro tra i favoriti sulle grandi montagne, sperando in un bel piazzamento di Gianluca Brambilla e in un colpo di coda del vecchio leone Michele Scarponi. Luigi M. D’Auria