Torino- Quasi tre anni dopo il sequestro giudiziario dello stabilimento di Settimo Torinese della Yesmoke, i Fratelli Messina sembrano intravedere la fine dell’odissea giudiziaria che li ha coinvolti. Nel corso dell’udienza preliminare del processo che li vede coinvolti con l’accusa di contrabbandoe evasione fiscale, infatti, la loro posizione è parsa meno grave di quanto si pensava. L’accusa, infatti, non sarebbe riuscita a fornire una quantità di materiale probatorio sufficiente per far condannare i due imprenditori che hanno sfidato le multinazionali del settore del tabacco.
Intervistati dalla nostra testata, Carlo e Giampaolo Messina si sono detti tranquilli e fiduciosi, tanto che sperano di poter essere assolti con formula piena entro la fine dell’anno. Ovviamente é difficile sbilanciarsi, ma sembra chiaro che la situazione sia “girata” a loro favore dopo che per diversi mesi la loro situazione era parsa critica, tanto che più di qualcuno credeva che i due fossero pronti a patteggiare per ottenere una pena più lieve (secondo l’articolo 291 bis del codice penale, é prevista una reclusione da 2 a 5 anni per il contrabbando).
Non si puó dimenticare, inoltre, la Yesmoke. Dopo il sequestro giudiziario del novembre 2014, l’azienda é stata più volte messa all’asta, ma nessuno si é sentito di farsi carico della Yesmoke, nonostante l’attività dell’azienda (ad oggi ancora diretta dall’amministratore giudiziario Dario Spadavecchia) non sia del tutto ferma. La prima base d’asta per la Yesmoke era stata fissata a 4 milioni e trecentomila euro, ma ne sarebbero serviti almeno otto per assicurarsi anche i magazzini del prodotto finito e della materia prima, senza contare una situazione debitoria fattasi pesante con il passare del tempo. Con il passare dei mesi, dunque, un’azienda molto florida si é trasformata in un pericoloso azzardo che nessuno ha deciso di correre.
Il sogno di Carlo e Giampaolo Messina, dunque, é quello di tornare ad operare nel settore del tabacco. Ritengono, infatti, di aver avviato un progetto che merita di essere concluso perché fermato da cause esterne e non dalla loro volontà. Ad oggi, tuttavia, é difficile dire se torneranno a lavorare con la Yesmoke. In situazioni come questa i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo e fare previsioni potrebbe essere addirittura controproducente. Siamo certi, in ogni caso, che faranno di tutto per provare a continuare la loro esperienza di imprenditori italiani in un settore in cui il nostro Paese ha perso gran parte delle proprie manifatture negli ultimi decenni. Donato D’Auria