Tokyo – Scegliere una sola immagine di copertina della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Tokyo è praticamente impossibile. Nelle prime Olimpiadi della storia disputatesi a porte chiuse, infatti, le stelle azzurre hanno brillato in modo particolare: 40 medaglie (10 ori, 10 argenti e 20 bronzi), record assoluto della storia olimpica azzurra, superando anche Roma 1960. Non ce ne vogliano atleti mostruosi come i norvegesi Ingebritsen e Warholm o l’americana Alyson Felix, o ancora il Dream Team di basket, la copertine di questi giochi sono tutte per i nostri atleti.
Proprio nell’atletica, “Regina dei Giochi”, sono arrivati 5 storici ori, record assoluto per l’Italia. Non sono bastati 20 minuti magici per il nostro sport, con le vittorie quasi simultanee di Gimbo Tamberi nel salto in alto e di Marcell Jacobs nei 100 metri, si sono aggiunti anche Massimo Stano e Antonella Palmisano nelle due 20 km di marcia, oltre alla mitologica 4×100 di Lorenzo Patta, lo stesso Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, che hanno riscritto il record nazionale superando la Gran Bretagna di un centesimo.
Incredibile anche il bottino del nuoto, con ben sette medaglie, ennesimo record per gli azzurri, anche se nessuna d’oro. Gregorio Paltrinieri, arrivato con molti dubbi in Giappone, ne ha ottenute ben due (800 metri e acque libere). Sono stati molti poi i giovanissimi che tornano dalle gare olimpiche con una medaglia: Simona Quadarella, Niccolò Martinenghi, Federico Burdisso, che erano anche parte della 4×100 mista medagliata, una delle due staffette che sono salite sul podio, insieme alla prima volta della 4×100 maschile. Cinque medaglie, ma un po’ di delusione (zero ori) sono arrivate anche dalla scherma, che ha interrotto una tradizione positiva che durava da Seul 1988, nonostante le soddisfazioni con Luigi Samele, Daniele Garozzo, nella spada a squadre femminile, nella sciabola maschile e nel fioretto femminile.
In un’Olimpiade che ha riservato poche soddisfazioni agli sport di squadra (unica medaglia quella delle “Farfalle” della ginnastica ritmica), sono state tantissime quelle arrivate da sport definiti “minori”, ma con grandissimi professionisti. Irma Testa passerà alla storia come prima medagliata della boxe femminile, Maria Centraccio nel judo è la prima molisana a medaglia olimpica in un evento individuale; sempre nel judo è arrivato il bronzo di Odette Giuffrida, mentre dal taekwondo è arrivato l’oro di Vito Dell’Aquila. Ottimi risultati anche nel karate, con il bronzo di Viviana Bottaro e l’oro di Luigi Busà. Nella vela, a 13 anni dall’ultima medaglia, oro nella classe Nacra 17 con Ruggiero Tita e Caterina Banti. Nonostante qualche polemica iniziale, buono anche il “bottino” del ciclismo, con il bronzo su strada di Elisa Longo Borghini, quello su pista nell’omnium di Elia Viviani e l’oro da leggenda con record del mondo del quartetto Filippo Ganna, Jonathan Milan, Simone Consonni e Francesco Lamon. Non sono mancate le certezze anche nel tiro con l’arco, con l’argento di Mauro Nespoli e il bronzo di Lucilla Boari. Buonissimi anche i risultati nel sollevamento pesi, con il bronzo di Mirko Zanni, l’argento di Giorgia Bordignon e il bronzo di Antonino Pizzolato. Nella ginnastica artistica, sensazionale l’argento (alla quarta olimpiade) di Vanessa Ferrari, così come è stato storico il bilancio della spedizione di canottaggio, con l’oro del doppio pesi leggeri femminile di Valentina Rodini e Federica Cesarini e il bronzo di quello maschile, oltre all’altro bronzo del 4 senza maschile. A completare l’opera, l’argento nella canoa di Manfredi Rizza, quello nello skeet di Diana Bacosi e il bronzo nella lotta di Abraham Conyedo.
Grazie all’euforia per i successi di questi Giochi, il dibattito pubblico sembra essere ricordato che le Olimpiadi non sono soltanto lo “spreco di denaro pubblico” che ha fermato l’organizzazione di Roma 2024. Organizzare un grande evento, a patto ovviamente di farlo con coscienza, può essere un volano sociale e sportivo (anche econico, al netto dell’esperienza covid vissuta a Tokyo) mostruoso per un Paese come l’Italia. Riuscire a realizzarlo alle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026 deve essere una priorità nazionale. Luigi M. D’Auria