Torino – Dal 12 ottobre al 20 ottobre i dodici chilometri di portici di Torino e le dimore storiche della città accoglieranno una nove giorni di incontri e degustazioni Tutti legati al mondo del vino, nell’ambito della rassegna “Portici Divini”, che ha preso il via già venerdì 11 ottobre con l’apertura della manifestazione a Palazzo Birago. La rassegna, organizzata da Eventum e dalla Fondazione Contrada Torino, avrà il suo gran finale nel fine settimana dal 18 al 20 ottobre con “Vendemmia a Torino”, un evento che punta a portare i vini di qualità del territorio e la vendemmia direttamente nei luoghi più storici del capoluogo piemontese.
Grandi protagonisti della rassegna saranno, ovviamente, i vini della Provincia di Torino, tutti Doc e Docg. Si tratta di etichette prestigiose e di valore, che hanno bisogno proprio di eventi come questi per farsi conoscere e apprezzare ancor di più dal grande pubblico, spesso prodotte da piccoli produttori, ancora legatissimi al territorio e, in alcuni casi, a vitigni tradizionali. Per quanto riguarda, invece, gli spazi dell’evento, cuore pulsante della manifestazione sarà un container allestito per l’occasione in Piazza Castello, allestito per raccogliere tutti i vini presenti.
Non mancheranno, come nelle scorse edizioni dell’evento, anche le collaborazioni tra gli organizzatori e diversi locali storici dei portici di Torino, che realizzeranno degli eventi di degustazione con i vini torinesi come protagonisti. Saranno numerosi anche gli eventi che si svolgeranno in palazzi storici del centro, come quelli legati ai Marchesi e a Palazzo Barolo, o i convegni, come quello di venerdì 18 ottobre, dedicato alle potenzialità turistiche delle vigne urbane, nella suggestiva cornice di Piano35 del Grattacielo Intesa Sanpaolo.
Portici Divini, dunque, lancia un messaggio importante per lo sviluppo futuro di Torino: anche il turismo naturale ed enologico puó aiutare una città come Torino a crescere. Un progetto di sviluppo per la Collina, infatti, é possibile solo attraverso un’azione che coniughi il piano culturale, paesaggistico e produttivo, unendo turismo e lavoro, ma senza impattare in maniera troppo invasiva sull’ambiente. Donato D’Auria