Torino – Dal 22 al 26 marzo si é svolta a Torino l’ottava edizione della Biennale Democrazia. Il titolo dell’evento, sempre più centrale fra gli appuntamenti culturali e politici italiani, é stato “Ai confini della libertà”. I moltissimi relatori presenti, chiamati a Torino da Gustavo Zagrebelsky e dalla Fondazione per la Cultura Torino, si sono interrogati su cosa si possa intendere oggi per libertà politica e libertà individuale e su come le sfide molteplici di un mondo sempre più interconnesso possano modificare i modelli presenti.
Fra gli incontri più interessanti della rassegna, fra quelli seguiti dalla nostra redazione, possiamo segnalare “Le Conseguenze della Guerra sul cibo”, svoltosi nell’Aula Magna del Politecnico di Torino, con il rettore Guido Saracco, il vice-rettore dell’Università di Torino, prof. Egidio Dansero e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Un incontro a nostro avviso di grande importanza, che é partito dalla situazione della guerra in Ucraina per analizzare come la carenza di cibo possa essere un elemento aggravante dei conflitti, ma anche un possibile facilitatore di turbolenze e di conflitti.
Agire contro le crisi climatiche e per tutelare le filiere produttive sostenibili deve, dunque, diventare una priorità della nostra azione politica, ma a patto di tenere da parte slogan facili e concentrandosi su interventi mirati. La situazione italiana é, in questo senso, emblematica: da oltre vent’anni il nostro Paese é in attesa di una normativa a tutela del suolo, che é stata rinviata da tutti i governi in carica in questo periodo. Anche la crisi idrica che interessa il bacino del Po nasce, anche, da un trattamento miope delle risorse disponibili, che non ha mai tenuto conto delle necessità dell’agricoltura e del benessere del suolo.
Cibo, ambiente e politica, dunque, sono ambiti del vivere umano che sono sempre stati interconnessi fra loro, ma le connessioni fra di essi sono state a volte sottovalutate e messe da parte. Costruire delle comunità che possano accompagnare “dal basso” le buone pratiche politiche é necessario, sia in Occidente che in altri luoghi del mondo. La nostra redazione, che continuerà a seguire con attenzione questi laboratori, si concentrerà in particolare sul GiardinOrtoFruttetOliveto di Mezzana della Terra, ad Ascoli Satriano, sui Monti Dauni, dove si sperimenta un vero e proprio “ritorno alla terra” con l’orto a pieno campo, un ridotto consumo di acqua per evitare il ruscellamento e la fragilità dei suoli. Donato D’Auria