A Imola il Giro si conferma adatto alle fughe
Imola (Bologna) – Mentre si gode il bacio delle miss, Ilnur Zacarin sembra un bambino nel paese dei balocchi. In meno di un mese, infatti, la sua vita agonistica è totalmente cambiata. Infatti alla vigilia del Giro di Romandia questo corridore russo era un venticinquenne dal discreto talento che, grazie ad un contratto da stagista con la corazzata Katusha, poteva respirare aria di professionismo vero partecipando al Giro di Romandia. Poi, incredibilmente, è arrivata la prima vittoria da professionista (nello stesso Romandia), la convocazione last minute al Giro e, oggi, la vittoria nell’undicesima tappa della Corsa Rosa, maturata grazie ad un coraggioso attacco sulla salita dei Tre Monti, fino ad oggi celebre solo per la famosa gara podistica, un tempo internazionale, che vi transita annualmente, dove il russo ha lasciato sul posto i compagni di fuga (tra i quali vi erano corridori forti come Betancur, Inxausti e Kruijswick), che si sono guardati anziché rispondere e hanno pagato dazio. Poco dietro è giunto il gruppo, regolato da un Philippe Gilbert finalmente in forma, composto solo da una ventina di unità. Insomma, anche oggi il Giro d’Italia numero novantotto si è confermato un grandissimo spettacolo di agonismo vero (per la prima volta da quando chi scrive segue il ciclismo non ci sono stati i soliti barbari giochetti di alleanze e “divisioni” dei premi intermedi) e di sport pulito, dato che, per ora, alcuni segnali (di cui magari renderò conto nel mio prossimo articolo) mi hanno confermato che alcune cose sono finalmente cambiate nel mondo del ciclismo, forse il più tartassato dal problema doping. Anche oggi ci sono stati attacchi e sorprese: Contador si è esposto in prima persona, con solo la corazzata Astana in grado di rispondere, e per l’ennesima volta Rigoberto Uran è andato in difficoltà, cadendo all’ingresso dell’autodromo di Imola, e solo un Tom Boonen in versione deluxe è stato in grado di portarlo in gruppo, mentre Richie Porte è sembrato accusare il colpo della penalizzazione in classifica (un corridore di un’altra squadra lo ha aiutato dopo una foratura) di ieri, rimanendo sempre in fondo al gruppo, senza rispondere agli affondi di Contador, Aru e Diego Rosa.
Domani ci attende una tappa di difficile interpretazione, con partenza da Imola e arrivo a Vicenza, sulla dura rampa del Monte Berico, che io è il mio fido Gigione Magnani raggiungeremo già in mattinata, dato che vogliamo esplorare il percorso per capire se è un arrivo più da scalatori o da scattisti come Boonen e Gilbert e goderci uno splendido tour “fai da te” delle Ville Palladiane (una esperienza simile l’abbiamo provata facendo tappa nello splendido paesino di Ascoli Satriano per visitare i Colli della Daunia durante il giorno di riposo). Prima, tuttavia, ci attende un aperitivo ospiti della famiglie Galassi e Ravaglia, sperando di recuperare le forze spese per seguire questo splendido inizio di Giro, dato che la fase calda della Corsa Rosa è ormai alle porte. Luigi M. D’Auria