Canale (Cn) – Incastonata fra le Colline del Roero, Canale é un comune ricco di storia rurale e contadino, ancora poco conosciuto da molti (anche se ci sarà occasione di rifarsi fin dal prossimo Giro d’Italia di maggio, la cui terza tappa arriverà proprio qui con un probabile arrivo in volata) ma vera e propria “porta” di quella porzione di Piemonte che é diventata Patrimonio dell’Umanita Unesco.
Su queste colline, tra le tante aziende di qualità nel settore vitivinicolo e turistico locale, si trova l’agriturismo “Le Querce del Vareglio”. Situato in un cascinale del ‘600, il luogo cattura da subito la nostra attenzione. Si tratta, infatti, di un “incontro” fra le colline dominate dalle viti e un paesaggio totalmente rurale, una sintesi fra le diverse sfaccettature della campagna piemontese degli ultimi due secoli.
Dopo una storia quasi leggendaria, ricca di aneddoti e di storie locali (che spaziano dalle scoperta delle proprietà della componente salina del terreno alle vicende rurali della tenuta del Varej), la cascina cadde in stato di abbandono intorno agli anni Sessanta del Novecento. Nel 2008, dopo che quasi tutto era stato trafugato, arriva finalmente il momento della rinascita con la proprietà di Giuseppe Viglino.
Per visitare la tenuta (temporaneamente chiusa anche a causa dell’emergenza sanitaria), la nostra redazione si é affidata al responsabile della parte agricola del “Varej”, Silvano Mo. Contadino piemontese vecchio stampo (condivide coll proprietario le origini dalla non lontana Cisterna d’Asti), quindi anche boscaiolo e vignaiolo, Silvano ha avuto il difficile ruolo di dare ancor più consistenza alla parte agricola di un luogo che era già ristorante, agriturismo, parco e tenuta dove passeggiare a piedi o a cavallo. Nell’ultimo anno la produzione di vino é cresciuta in qualità, puntando anche su produzioni diverse, che variano dall’Arneis al Nebbiolo Amabile, passando per una piccola produzione di Rosato e per una Favorita, un bianco piemontese assolutamente da amare.
Con la gestione agricola di Silvano Mo, dunque, siamo fiduciosi che questo testimone della storia del Roero e delle Langhe possa affermarsi al più presto come agriturismo e tenuta agricola d’eccezzione, riprendendosi il posto d’onore nelle colline di Canale che occupava fino allo scorso secolo. Donato D’Auria