seguici anche su

Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

La Capitana, il nuovo cocktail a base di Pisco e Vermouth bianco, incrocio di antiche culture

15 novembre 2019

Il ventaglio dei vari drinks a base di Pisco, la bevanda di bandiera del Perù, antica di secoli, che sta avendo sempre più successo anche nel nostro Paese, ha visto in questi giorni la nascita di un nuovo cocktail che già dal nome si ricollega ad un passato storico e lo completa. La Capitana, dedicata alle signore del Pisco, alle donne peruviane quindi, e più in generale all’universo femminile che sa apprezzarlo, è il giusto complemento del famoso cocktail Capitan che affonda le sue radici in secoli di storia, quando i piemontesi residenti in Perù portarono in quella terra lontana il loro Vermouth e vollero condividerlo con le usanze peruviane che andavano scoprendo. Già nell’Ottocento era la bevanda preferita dai militari di ritorno dalle ronde di sorveglianza sulle montagne attorno a Puno, sulla sponda occidentale del lago Titicaca, dove questa versione ha avuto origine : “ Per voi mio Capitan” e l’oste porgeva la coppa al militare in divisa al bancone del locale. La nuova versione al femminile si differenzia dal Capitan, che vede al suo interno il Vermouth rosso ed un’ immancabile rossa ciliegina, per la presenza del Vermouth bianco, più amabile, delicato e discreto, con una nota marcatamente femminile ed un acino d’uva bianca che lo completa. Ma facciamo un passo indietro e scopriamo la vera origine del Pisco, che i peruviani definiscono il loro orgoglio nazionale, capace di emanare il calore ed i profumi della loro Terra, bevanda la cui origine risale alla fine del XVI secolo. Si tratta di una raffinata acquavite incolore, ottenuta dalla distillazione del mosto fermentato d’uve “pisquere” aromatiche e non, tra cui anche la varietà Italia. La sua gradazione alcolica varia tra i 40 ed i 48 gradi e la sua anima calda e decisa entra anche nella composizione di alcuni piatti e di molti dessert della gastronomia peruviana. Si può gustare liscio o sotto forma di differenti cocktails nazionali. La paternità di questa debuttante, la Capitana, va attribuita al Console Generale del Perù in Torino, César Augusto Jordàn Palomino, suo inventore, che con la sua gentile consorte Consuelo Carbajal, sta portando avanti con determinazione ed entusiasmo, capacità e passione questo avvincente percorso di incontro tra secoli di storia di queste due terre, il Perù e l’Italia che lo vedono entrambe così fortemente coinvolto nel suo percorso di diplomatico impegnato al servizio della sua Terra, il Perù. La Capitana è stata presentata nei giorni scorsi nel cuore storico di Torino presso la Gelateria Pepino di Piazza Carignano, noto locale di antica tradizione torinese. L’Imprenditore Edoardo Cavagnino, suo patron, porta avanti con passione la storia di Pepino avendo raccolto il testimone dalle generazioni che lo hanno preceduto, un autentico orgoglio di famiglia, ed ha aperto le porte di questo antico ambiente sabaudo ad un’importante ricerca di punti d’incontro tra queste due culture antiche di secoli. Marchio della serata il ” Pisco Lunas 100 % Perù ”, elaborato nell’antica città di Ica, nella secolare “ Bodega Sotelo” che annovera un medagliere importante con cinque vittorie in altrettanti concorsi internazionali e qui rappresentato da Fausto Talledo Veas, suo Managing Director. Nell’ambito della serata, in questo salotto torinese d’eccellenza, abbiamo incontrato il Console Generale del Perù in Torino che si è dichiarato soddisfatto di vedere avverato, con il benvenuto ai calici dell’esordiente Capitana, questo nuovo matrimonio felice tra i nostri due Paesi. Ha inoltre ricordato la versatilità del Pisco, con il suo carattere forte e strutturato, capace di entrare pienamente anche in tanti ambiti enogastronomici e non solo come bevanda, sottolineando che si accompagna molto bene anche con il cioccolato amaro ed in generale con i dolci, tra cui tutti quelli della tradizione piemontese. Viene così garantita, secondo le sue intenzioni, la continuità a mantenere un’indiscutibile ed avvincente legame tra Torino ed il Perù, tra l’Italia più in generale e la sua Terra, di cui si definisce “ servitore “, non soltanto nel comune glorioso passato ma anche ai giorni nostri. Patrizia Foresto