Gubbio (Pg) – Durante il recente periodo di lookdown, si é parlato molto delle attività delle scuole superiori, messe in crisi da un momento storico che ha messo a dura prova la didattica così come tutti noi sono abituati a pensarla. Anche moltissimi progetti di PCTO (note come “Alternanza Scuola Lavoro”) si sono ritrovati in difficoltà a causa dell’impossibilità di incontrarsi fisicamente.
Alcuni progetti, tuttavia, sono riusciti a mettersi in luce proprio durante questo momento difficile: é il caso di un progetto dell’IIS Cassata-Gattapone di Gubbio, con gli studenti della classe 4B1 che hanno dato vita allo scalda collo “Shu”, nome ispirato alla divinità egiziana del vento. Grazie all’impegno delle professoresse Antonella Traversini, Gabriella Menichetti e Loredana Passeri, i ragazzi hanno dato vita praticamente da zero ad una microimpresa, seguendo il modello tracciato dal progetto “Impresa in Azione”, proposto dal Miur seguendo la Comunicazione 2012 dell’Unione Europea, che vede impegnati in progetti imprenditoriali oltre 400.000 studenti europei ogni anno.
La mascherina, la cui realizzazione si deve quasi interamente all’impegno degli allievi e delle professoresse, é riuscito ad imporsi anche durante il periodo del lookdown, dato che il tessuto dello scalda collo “Shu” lo rende un sostituto delle classiche mascherine. Mentre un obiettivo futuro resta quello di brevettare questo prodotto (nato come accessorio di moda in grado di proteggere anche da un’aria particolarmente inquinata), “Imprese Ja” sta aiutando questo prodotto a crescere, dopo che un artigiano umbro ha aiutato i ragazzi a dare vita ai primi campioni. Un progetto di grande valore, che dimostra come la scuola italiana possa ancor oggi dire la sua, coniugando la formazione di un “pensiero critico” ad esperienze come questa. Donato D’Auria