Nairo Quintana vince la Vuelta numero 71
Madrid – Terminata la ventunesima tappa di questa edizione numero settantuno, Nairo Quintana é totalmente ubriaco. Lo scalatore colombiano, messo al sicuro il successo nella corsa a tappe spagnola, ha dedicato tutte le sue attenzioni, nel corso della frazione finale, ad una splendida verticale di Champagne di alto livello: difficile dargli torto, visto che questo successo per lui rappresenta una vera liberazione.
In primo luogo é stata una liberazione dalle critiche della stampa: dopo lo straordinario biennio 2013-14 (in cui colse un secondo posto al Tour e la vittoria al Giro), il colombiano era diventato bersaglio delle critiche di noi (apparenti) esperti, che non gli abbiamo perdonato due edizioni sotto tono del Tour, in cui non ha messo mai in dififcoltà Chris Froome, e in cui ha ottenuto il podio finale grazie ad una squadra super come la Movistar. In secondo luogo, é stata anche una liberazione dalla superiorità morale di Froome, sempre vincente contro il colombiano nei Grandi giri. L’inglese, invece, é stato il grande sconfitto di questa Vuelta, che si conferma stregata per lui.
Il successo finale di Quintana é stato costruito, per la maggior parte, in due occasioni. La prima é stata l’arrivo in salita dei Lagos di Cavadonga, in cui il colombiano ha staccato tutti in salita, come non accadeva da molto tempo. La seconda é stata la tappa di Sallent Gallego, non tra le più dure di una Vuelta durissima, in cui Quintana ha dato vita ad un attacco da lontano insieme a Contador, mettendo in crisi Fromme e i suoi compagni, molti dei quali sono incappati in una controprestazione che li ha portati fuori tempo massimo.
Anche Contador é uscito dalla Vuelta molto deluso, dopo il quarto posto finale. Anche per lui, il tempo é tiranno e i suoi trentaquattro anni d’età si fanno sentire. Anche quest’anno, infatti, ha dato vita ad azioni spettacolare, ma alla lunga le sue certezze sono state erose sa una Orica spettacolare, che ha trovato in Chaves e Simon Yates (fratello di Adam, grande protagonista al Tour) due scalatori d’eccezione. L’anno prossimo, che il corridore di Madrid correrà nella Trek Segafredo, potrebbe essere l’ultimo della sua carriera.
Per quanto riguarda l’Italia, possiamo dirci soddisfatti dei nostri. Gianluca Brambilla é riuscito a cogliere una splendida vittoria di tappa a Sallent Gallego, mentre Fabio Felline ha ottenuto tanti piazzamenti, portando fino a Madrid la maglia verde della classifica a punti. In classifica generale, ottimi segnali sono arrivati da Davide Formolo, che pur aiutando Talansky (bravo poi a chiudere in top 5) é arrivato nei primi dieci. Insomma, eppur si muove.
Anche quest’anno, dunque, va in archivio una splendida Vuelta, fatta di tante tappe di montagna e non scontate. A nostro avviso, però, la dipendenza da Aso (che oltre ad organizzare tantissimi eventi controlla ció che resta di Unipublic, storica organizzatrice della Vuelta) pesa, perché é chiaro che il colosso francese non ha interesse a portare l’evento ancora più in alto rispetto alla posizione attuale. Luigi M. D’Auria