L’ISIS e il Terrore dilagano anche in Tunisia
Tunisi – La piazza è piena di gente,venuta anche da fuori per festeggiare l’Indipendenza della Tunisia, ma soprattutto il suo ritorno alla democrazia, avvenuto quattro anni fa in occasione della storica Rivoluzione dei Gelsomini, che destituì il Presidente-Dittatore Ben Alì. Tuttavia, queste persone non si sono ritrovate qui solo per festeggiare, ma anche per scaricare la loro rabbia intonando canzoni patriottiche, tra cui è stata inclusa anche la nostra Bella Ciao. Rabbia contro il fanatismo religioso dilagante, ma soprattutto contro l’ISIS, che con l’attentato al Museo del Bardo ha colpito al cuore la cultura di questo Paese che, nonostante la maggioranza religiosa musulmana, ha deciso di essere uno Stato laico, come tutti quelli che per la nostra visione del mondo sono civili. Non è così, tuttavia, per l’autoproclamato Stato Islamico, che ha deciso che i bambini che giocano a calcio sono degli infedeli, che le donne che guidano un’automobile sono delle prostitute e che i turisti che vistano i Paesi Arabi a bordo di una nave da crociera sono dei crociati pronti ad andare alla riconquista del Santo Sepolcro. Ecco, questi sono solo alcuni esempi di come tutto ciò che per noi è civiltà, sia negato da questa turba di pazzi (d’altra parte è ormai risaputo che questi “combattenti” facciano uso massiccio di droghe sintetiche), che in nome della loro verità distorta stanno cercando di tenere sotto scacco il mondo arabo. Sì, perchè siamo davvero sicuri che l’autoproclamato Stato Islamico voglia davvero raggiungere Roma e Washington, come ha affermato più volte?
La nostra redazione è convinta di no, come d’altra parte la maggioranza di tutti coloro che seguono con un po’ di attenzione i fatti di politica internazionale. È ormai certo che l’ISIS è lautamente sovvenzionata dai petro dollari di Arabia Saudita e Qatar, Nazioni che ormai vogliono sedersi al tavolo di coloro che vogliono comandare lo scacchiere geopolitico mondiali. Ormai è impensabile che siano le nazioni occidentali a dettare legge in una macro-regione mondiale che, acquisita coscienza dei propri mezzi (vero obbiettivo delle politiche di coloro che hanno materialmente costruito questi stati, sia islamisti che democratici), pensa a regione di entrare a far parte di un ipotetico di G4 costituito da loro stessi e dalle tre superpotenze mondiali attuali: Usa, Cina e Russia.
Cosa possono fare i Paesi Occidentali (speriamo si muova anche l’Unione Europea, che ha bisogno di far capire di sapersi muovere anche autonomamente rispetto agli USA), dunque, per fermare lo Stato Islamico. A mio avviso è necessario aiutare, senza tuttavia intervenire direttamente, i Paesi Arabi a risolvere i loro problemi politici di carattere locale, cercando di mediare anche con Forze Islamiche moderate, come i Fratelli Musulmani. È sicuramente molto meglio che scatenare una Guerra. Luigi M. D’Auria