In archivio la prima giornata degli Assoluti di atletica a Torino
Torino – É inutile dirlo: venerdì 24 luglio é stata una giornata trionfale per l’atletica italiana. Infatti, i nostri due altisti Marco Fassinotti e Gianmarco Tamberi sono arrivati, rispettivamente, primo e secondo nella tappa di Diamond League di Londra (che ha visto il vero ritorno ad alti livelli di Usain Bolt). Mentre, quindi, i colori azzurri fanno festa in uno stadio olimpico che non ci ha regalato troppe soddisfazioni (solo il bronzo nel triplo di Fabrizio Donato), l’attenzione dei media si concentra sugli Assoluti di Torino, che li ospita per la diciottesima volta, in corso di svolgimento allo Stadio Ruffini. Bisogna partire, purtroppo, dalle note negative. Il pubblico presente sulle tribune non riempiva neanche la metà dei 4000 posti del “Primo Nebiolo”. Come per i Campionati Italiani Juinior dell’anno scorso, quindi, Torino non si é dimostrata all’altezza di un evento che, comunque, ha una storia importante alle spalle. Ancora una volta la logica del fare bella figura a Roma ha prevalso sul trovare strategie intelligenti per promuovere l’atletica in una città di un milione di abitanti. Infatti, i Campionati sono sbarcati a Torino solo perché il capoluogo sabaudo quest’anno é “Capitale Europea dello Sport” e non perché il comitato regionale della FIDAL si sia impegnato seriamente per ottenere l’evento. Basta vedere la logistica dell’evento: ci sta che sia CONI Servizi a fare la parte del leone, ma non che la FIDAL Piemonte sia presente solo nei saluti alle autorità. Se il Piemonte è mancato, come al solito, nelle politiche sportive fatte bene, bisogna ammettere che a livello agonistico i risultati sono stati più che soddisfacenti. Nelle 10 chilometri di marcia, infatti, i Campioni Italiani sono entrambi piemontesi. Il titolo, nel settore femminile, é andato alla “solita” Elisa Rigaudo, che ha vinto il suo quattordicesimo titolo italiano mentre, nel maschile, il cussino Federico Tontodonati ha vinto il suo primo titolo italiano nella 10 chilometri di marcia. Per quanto riguarda il torinese, questi italiani sono stati un ottimo test d’efficienza che potrebbe convincere il DT Massimo Magnani a portarlo ai prossimi Mondiali di Pechino e, risolte alcune importanti questioni tecniche, un gruppo sportivo militare ad ingaggiarlo. Anche nella marcia, settore un tempo d’eccellenza mondiale, il nostro movimento annaspa un po’. Per questo lo squalificato Alex Schwazer merita una seconda chance, magari da capitano della nostra nazionale per accompagnare i nostri giovani Tontodonati e Vito Minei. Sarebbe un bel modo per rispondere a tutti coloro che, per fare bella figura con Roma, in quella questione si sono lavati le mani. Luigi M. D’Auria