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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Continua la sfida per la Valorizzazione del Grano Duro Italiano

04 luglio 2018

Ascoli Satriano (Fg) – Non é stata una stagione di mietitura facile, per i contadini dei Colli della Daunia e della Capitanata. Le piogge abbastanza abbondanti, la concorrenza dei grani stranieri a basso costo e l’eterna querelle relativa ai “contratti di filiera” con le grandi aziende che trasformano il grano pugliese. Il prezzo del grano, anche quest’anno, si è attestato a livelli bassissimi (si parla di 15-16 euro al quintale), rendendo la produzione del grano un’attività in perdita per i produttori.

È chiaro che, per il bene di produttori e consumatori, é necessario un deciso cambio di rotta che coinvolga ogni “attore” in gioco. Le istituzioni italiane e i parlamentari europei che saranno eletti nel 2019, infatti, non potranno non confrontarsi con le problematiche di una filiera che danneggia prodotti d’eccellenza italiani e, dunque, anche Europei. Al nuovo governo, invece, il compito di provare a migliorare i “contratti di filiera”, che si sono dimostrati un’arma a doppio taglio che ha finito per svantaggiare ulteriormente i produttori. Un grano di buona qualità ma leggermente “carico” di pioggia é stato bollato da una grande azienda pugliese come “mandorlato” (tipologia inesistente), categoria che é stata pagata ai produttori molto meno rispetto all’effettivo valore. 

La stagione, tuttavia, non é stata completamente negativa, soprattutto grazie a due fattori. Il primo é quello fondamentale: il grano pugliese resta di alta qualità, e proprio in forza di questa qualità è possibile continuare a sperare in un maggiore riconoscimento per i produttori. Il secondo é la crescita del movimento di persone, aziende agricole, associazioni di produttori e anche aziende trasformatrici che ha deciso di impegnarsi attivamente, ciascuno con le proprie forze, per far crescere e promuovere il territorio e i suoi prodotti. Solo con un impegno costante e comunitario, a nostro avviso, é  possibile ottenere dei risultati concreti.

Anche nella comunità dei produttori di Mezzana della Terra non sono mancati i momenti difficili, ma la produzione è stata nel complesso molto buona e di qualità. L’azienda agricola di Celeste Anguilano, che ha deciso di puntare sull’agricoltura naturale, ha avuto una produzione di 8 quintali di grano “Senatore Cappelli”. Positivo anche il riscontro sul’orzo, che ha visto una produzione di 13 quintali, destinata anche ad alcuni birrifici artigianali. Sono stati prodotti anche 8 quintali di Carosella, con una resa buona, visto il quintale seminato.

Le prospettive di crescita per il territorio dei Monti Dauni, dunque, non mancano. Ora, oltre a quello della politica, é giunto il tempo di un cambio di passo dell’intera comunità, che, a nostro avviso, dovrebbe avere come priorità quella di fare un “gioco di squadra” che consenta una crescita complessiva delle produzioni tipiche. L’idea di creare un “paniere” di prodotti tipici non dovrebbe essere affatto abbandonata. Negli ultimi anni, infatti, più che per la quantità di produzione, i Monti Dauni sono riusciti a distinguersi per la qualità della stessa. Donato D’Auria

Campo di grano tenero La Carosella a Mezzana della Terra

(Foto: Sebastiano Spina)