Milano – La prima edizione delle Next Gen Atp Finals, nonostante le riserve iniziali, si é rivelata un successo, innanzitutto per il pubblico, che ha riempito il campo ricavato nei padiglioni della Fiera di Rho per tutti i cinque giorni della competizione. Positivo anche l’atteggiamento dei giocatori in campo. Nonostante il torneo non assegnasse punti Atp, tutti i giocatori in campo hanno provato a vincere il torneo, che presentava un montepremi importante (1 milione e 275 mila dollari) utile a “finanziare” la stagione agonistica 2018 di giocatori che sono ancora all’inizio della loro parabola agonistica.
Sui campi di Rho non sono mancate le sorprese. Il vincitore é stato, infatti, il coreano Hyeon Chung, numero 59 al mondo, che ha disputato proprio a Milano la sua prima finale nel circuito Atp. Fino a questo momento, infatti, il coreano si era contraddistinto per la sua grande regolarità sia nel gioco che nei risultati e non aveva mai realizzato grandissimi exploit. Il percorso del coreano é stato impeccabile. Nel girone ha superato in tre set il russo Andrey Rublev e ha vinto due battaglie di cinque set contro il canadese Shapovalov e la wild card italiana Gianluigi Quinzi (tornato a giocare un tennis di alto livello ma ancora un gradino sotto i migliori al mondo per quanto riguarda la costanza di rendimento e la gestione tattica dei match). In semifinale é arrivata un’altra vittoria in cinque set contro il russo Medvedev, mentre in finale Chung si è trovato di nuovo di fronte Rublev, che non é riuscito a strappargli più di un set.
É difficile, invece, ridurre a poche righe il discorso relativo alle tante novità tecnologiche introdotte in questo torneo. Sicuramente positiva l’introduzione dello shot clock per limitare i tempi di attesa fra un punto e l’alto, così come la presenza del “falco” istantaneo in grado di sostituire i giudici di linea. L’introduzione di set di soli 4 game, invece, non ha reso più spettacolare il gioco, visto che molti set si sono decisi già nei primi due game e i giocatori non avevano grandi possibilità di recuperare lo svantaggio accumulato. Decisamente bocciata, invece, la possibilità, per il pubblico, di camminare in ogni momento a bordo campo. Le Next Gen, dunque, si sono rivelate un’importante occasione per sperimentare nuove regole per il tennis del futuro. È chiaro, però, che l’applicazione di alcune norme farebbe perdere a questo sport buona parte del suo fascino, senza però richiamare l’attenzione di un pubblico nuovo.
Dopo dodici anni, dunque, Milano é tornata ad ospitare un torneo del circuito maggiore Atp, richiamando un folto pubblico di appassionati. Il contratto stipulato dagli organizzatori con l’Atp prevede che le Next Gen si diputino a Milano fino al 2021. Ci auguriamo di non dover attendere fino a quella data prima di veder nascere un altro torneo Atp in Italia, magari in città che da troppo tempo aspettano di poter organizzare un evento importante, come Firenze, Palermo e Torino. Donato D’Auria