Gianni Pittella ed Amedeo Lepore immaginano il Mezzogiorno del futuro
Torino – Da quando Matteo Renzi ha annunciato, in una recente conferenza stampa a Palazzo Chigi, la nascita di un masterplan per lo sviluppo del Meridione del nostro Paese, la cosiddetta “Questione Meridionale” é tornata al centro del dibattito pubblico. Molti si sono chiesti se lo snello documento presentato dal nostro Premier fosse davvero meglio delle migliaia di leggi (alcune risalenti addirittura al periodo Regio) che nella storia del nostro Paese hanno provato a migliorare la situazione economica e sociale del nostro Mezzogiorno, da sempre la zona meno sviluppata del nostro Paese.
Gianni Pittella (diventato Renziano durante le Primarie che hanno eletto proprio il fiorentino segretario) é il politico italiano più influente all’interno del Parlamento Europeo ed é nativo del sud, quindi la sua opinione sulla situazione attuale e le sue proposte per il futuro non può che essere influente. Inoltre, il libro “Scusate il ritardo” é edito dalla piccola ma affidabile Donzelli (che sta diventando un’istituzione per quanto riguarda le pubblicazioni politiche), é scritto in collaborazione con un gran numero di professori e studiosi guidati da Amedeo Lepore e la prefazione é scritta dal premier Matteo Renzi.
Nel complesso la pubblicazione é fruibile e di buon livello, anche perché ha centrato l’obiettivo di non essere solo una spiegazione dell’ormai celebre masterplan. In particolare, ci sono piaciuti i capitoli dedicati a Matera capitale europea della cultura 2019 (da molti considerata un’eccezionale occasione di sviluppo per la Basilicata, considerata già da Carlo Levi la regione più arretrata d’Italia), quello dedicato ai cosiddetti “territori intelligenti” (ossia quelli capaci di coniugare benessere degli abitanti e sviluppo dell’economia) e le notazioni riguardo l’assenza di linee ferroviarie moderne nel nostro Meridione.
Come già detto, stiamo parlando di una pubblicazione di alto livello, che mette in luce le maggiori criticità del nostro Meridione ed immagina un futuro roseo per territori troppo spesso considerati una palla al piede per zone economicamente più floride. Ci sentiamo di ricordare, però, che gli anni passano e le riforme, purtroppo, latitano ancora. Infatti, in tutte le statistiche il sud e la sua economia sono ancora troppo indietro rispetto al resto del Paese. Un ipotetico confronto con gli altri Paesi europei sarebbe impossibile, perché la forbice sarebbe troppo ampia.
Le riforme che a nostro avviso sarebbero prioritarie sono: il recupero delle zone industriali dismesse, favorendo la nascita di aziende innovative e di qualità guidate da giovani, il potenziamento delle linee ferroviarie locali e la nascita di più linee ad alta velocità, una massiccia opera di risanamento di tute le strade a scorrimento veloce non completate, il recupero
Sappiamo che per fare tutto questo servono tanti soldi, ma anche che per cambiare davvero il nostro Meridione serve un cambiamento epocale, che può essere attuato solo con idee positive accompagnate da un adeguato sostegno economico. Luigi M. D’Auria