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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

Europei di Atletica di Berlino: l'Italia é ancora piccola

17 agosto 2018

Berlino – Dopo sessant’anni, l’Italia lascia un’edizione degli Europei di atletica senza aver vinto neanche una medaglia d’oro. Il successo dei maratoneti nella classifica a squadre della maratona, infatti, non rientra nel medagliere della rassegna continentale. Questo bel successo, tuttavia, sarebbe stata una sottilissima foglia di fico che non avrebbe potuto coprire gli insuccessi di una manifestazione in cui la nostra nazionale poteva recitare il ruolo di protagonista e, invece, si é dovuta accontentare di quello di comparsa.

Dopo rassegne continentali in cui gli “Azzurri” si presentavano al via con pochi atleti da medaglia, le liste di partenza di Berlino 2018 sembravano promettere risultati ben diversi. Con il passare dei giorni, tuttavia, molte speranze sono state deluse e l’Italia ha lasciato Berlino con quattro bronzi, tre nel settore maschile e solo uno in quello femminile, dove Antonella Palmisano ha confermato la grande tradizione della marcia nostrana. Tra gli uomini, tutte le medaglie sono arrivate nelle gare di fondo e mezzofondo, grazie a Johannes Chiappinelli (terzo e autore di una prova meravigliosa nei 3000 siepi), a Yeman Crippa nei 10000 e a Yassine Rachik nella maratona.

La lista dei risultati al di sotto delle aspettative, invece, é molto lunga. In una gara molto equilibrata, Filippo Tortu non é riuscito a trovare lo spunto giusto e ha chiuso al quinto posto. Nell’alto, Elena Vallortigara ha sprecato la grande occasione della carriera ed é stata eliminata nelle qualificazioni, mentre Gianmarco Tamberi si é fermato al quarto posto. Nei 400 metri nessun azzurro si é qualificato per le finali, mentre nelle staffette (da cui ci si aspettavano due medaglie) sono arrivate nell’ordine: un quinto posto nella 4×400 femminile (complice una formazione rivedibile sia in batteria che in finale) e un cambio fuori settore nella 4×100 maschile.

Per quanto riguarda i Campionati Europei nel loro complesso, possiamo tranquillamente affermare che l’atletica europea é “in salute” e continua a produrre grandissimi talenti. Questi Europei saranno sicuramente ricordati come quelli della nuova “invasione nordica”. Nell’asta maschile, infatti, ha trionfato il diciottenne svedese Armand Duplantis, nei 400 hs il norvegese Karlsten Wahrolm. Nei 1500 e nei 5000, poi, doppio successo per Jakob Ingebritsen. Figlio e fratello di mezzofondisti, in patria é già una vera e propria rock star. Ai Campionati Europei Junior di Grosseto del 2017 era seguito costantemente da due televisioni nazionali, ma la pressione sembra non schiacciarlo: potrebbe essere lui il mezzofondista di livello mondiale che l’Europa aspetta dai tempi di Lasse Viren e Fernando Mamede.

Al termine dei Campionati, si é dimesso il DT delle Nazionali giovanili, Stefano Baldini. La nostra atletica “perde” un dirigente serio e competente, che ha fatto crescere le nostre nazionali giovanili e ha avuto il coraggio di fare autocritica. Dal resto dei quadri FIDAL, dal Presidente Giomi al DT Locatelli, nessun commento e ostentazione di un “bilancio tutto sommato positivo”. La nostra atletica, con questo modus operandi, non crescerà mai. Servono dirigenti competenti e pronti a rispondere di eventuali risultati negativi e, come affermiamo da tempo, é urgente un ritorno al modello dei “centri tecnici federali”, come fatto da nuoto e tuffi (che per la realizzazione dei centri di Ostia e Bolzano si sono ispirati a quelli dell’atletica, come Formia). In questo momento, il momento più delicato per la crescita degli atleti azzurri é il passaggio dalle categorie giovanili a quelle senior. Sarebbe importante avere una vera e propria struttura federale dedicata a questo passaggio, in modo da non continuare a disperdere i talenti di una generazione che ha dato moltissimo alle rassegne giovanili, ma ancora poco a quelle assolute. Luigi M. D’Auria