Torino – Il Teatro Regio trabocca di gente. Tra i presenti si possono riconoscere politici decaduti alla ricerca disperata di incarichi, business man che come cani da tartufo in un bosco si muovono alla ricerca di amicizie, semplici esponenti della società civile e moltissimi giornalisti, tutti alla ricerca di scoop per saziare direttori inferociti. Il mio, fortunatamente, è impegnato, per cui posso tranquillamente godermi il primo “Alto Dialogo” della storia tra due Paesi che nel bene e nel male hanno segnato la storia d’Europa e, in alcuni momenti della storia, anche del mondo intero. Sicuramente un evento di importanza rilevante, sia per la sua importanza simbolica sia per i contenuti trattati, che variano dalla semplice collaborazione tra i due Paesi alle strategie per realizzare veramente gli “Stati Uniti d’Europa”. Tutto bellissimo, quindi, dalla location all’incontro al dialogo tra i due Presidenti, Gauck e Napolitano, ma il cronista attento non può non farsi una domanda più che legittima: Qualè stata l’importanza di questo Alto Dialogo dal punto di vista pratico?
Infatti, le giornate di dialogo sono state piene di appelli all’unità dell’Europa, di auspici di collaborazione tra i due Paesi, di dati riguardo gli scambi culturali attuali tra Italia e Germania, ma non si è parlato di futuro, se non dal punto di vista puramente demagogico, né tantomeno si è discusso di progetti futuri di collaborazione tra Italia e Germania dal punto di vista culturale, della ricerca o dello sviluppo tecnologico.
Purtroppo la difficile situazione della nostra Presidenza della Repubblica non ha sicuramente aiutato il buon svolgimento dell’apertura dell’Alto Dialogo. Infatti, il nostro Presidente potrebbe dimettersi a breve, sempre che la nuova Legge Elettorale modificata venga approvata nei tempi stabiliti. Quello in corso a Torino potrebbe, dunque, essere uno degli ultimi impegni ufficiali del nostro attuale Presidente, apparso molto stanco negli ultimi mesi.
Un altro grosso limite di questa apertura di alto dialogo è stato sicuramente la mancanza di interesse dell’establishment politico di entrambi i Paesi. Infatti, molti esponenti politici di primo piano si sono limitati a “salutare” i due Presidenti con dei tweet di rappresentanza. Pochi, come si diceva, sono stati anche gli eventi culturali collegati all’evento. Se si esclude, infatti, l’iniziativa “Torino incontra Berlino”, nessuno a pensato a tramutare i buoni propositi di dialogo dei Presidenti in fatti, né in Italia né tanto meno in Germania.