Tutte da decifrare le elezioni Presidenziali Francesi
Parigi – Il 23 aprile 2017 i cittadini francesi torneranno alle urne per stabilire chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica, chiamato a sostituire François Hollande. Eletto quattro fa, Hollande aveva promesso che la Francia non avrebbe perso quell’apparato tipico di ogni “welfare state” di cui i cittadini andavano e vanno orgogliosi. Oggi, al contrario, la Francia é costretta a confrontarsi con una crisi economica e sociale non diversa da quella che affligge Italia e Grecia, che ha fatto ripiombare le banlieu in un baratro dal quale sembravano uscite, trasformandole in zone dove l’aria rivolta puó trasformarsi in razzismo (cavalcato dal Front National) o addirittura in varie forme di terrorismo islamico.
Questa situazione certamente non giova ai due partiti più forti (i liberali dell’UMP e i Socialisti), considerati i principali responsabili di questa situazione. A destra, come di consueto negli ultimi anni, potrebbe approfittarne il Front National di Marine Le Pen, che si nutre delle disgrazie altrui ma che sarebbe, a nostro avviso, incapace di risolvere davvero i problemi di un Paese multiculturale come la Francia.
Per provare a contrastare il “Front”, l’Ump ha deciso di puntare sull’usato sicuro. I principali candidati alle primarie interne erano, infatti, due ex premier (François Fillon e Alain Juppé) e l’ex presidente Nicolas Sarkozy. Alla fine l’ha spuntata Fillon, il più Gaullista dei tre, che potrebbe calamitare una parte dei voti di protesta (é fautore di un intesa con la Russia e mette in discussione l’asse Germania-Francia in Europa), ma anche accontentare gli elettori più moderati.
Tutto ancora in discussione a sinistra, dove le primarie socialiste si svolgeranno solo alla fine del mese di gennaio. Inizialmente, sembrava certa la candidatura dell’ex Ministro dell’Economia Emmanuel Macron per il Partito Socialista, ma poi il giovane ex banchiere dei Rotschild (cui é ancora molto legato) ha deciso di lanciare un suo partito. Si tratta di “En Marche!”, movimento espressione del centro sinistra e della cosiddetta “Terza Via”. Sfondare per lui sarà davvero difficile, ma potrebbe anche convincere molti elettori a seguirlo se il PS continuerà a farsi del male da solo con lotte intestine.
Dopo il ritiro di Hollande, il favorito alla sua successione nel partito sembra essere Manuel Valls, che dovrà guardarsi dal suo altro ex ministro Montebourg. Entrambi espressione degli ultimi governi, dovranno essere molto abili a convincere gli elettori storici della sinistra (molti dei quali insoddisfatti delle politiche di Valls e Hollande, che hanno inaugurato un altro Politica di austerità) a seguirli, altrimenti il loro stesso partito rischia di affondare, schiacciato tra la proposta di centro-sinistra di Macron (che punta ad una razionalizzazione per gradi del “welfare state”) e quella utopististica di Jean-Luc Mélechon, uomo forte dell’estrema sinistra transalpina, che convince molti elettori storici del partito socialista, che hanno molti punti di contatto con gli elettori comunisti.
Chiunque di questi candidati risulterà vincitore, dovrà destreggiarsi tra le istanze del popolo e le necessità di un bilancio alquanto disastrato. Sarà necessario, dunque, togliere alcuni privilegi tipici del mercato del lavoro transalpino (come le 35 ore settimanali) rendere impossibile la vita di molti lavoratori con voucher e contratti a tempo di breve durata, ma anche combattere il terrorismo interno alla radice rendendo più vivibili le periferie delle grandi città. Luigi M. D’Auria