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Mensile Indipendente fondato e diretto da Donato D'Auria. Registrato presso il tribunale di Torino il 30 dicembre 2014 al n° 38

L’Inglese Pidcock si impone all’Alpe d’Huez in un 14 luglio bollente

19 luglio 2022

Briancon (Francia) – Il caldo che sta colpendo l’Europa non risparmia neanche il dipartimento francese delle Alte Alpi (un tempo interamente parte del Delfinato) e la sua sottoprefettura, la cittadina di Briançon. Ci sono 30 gradi, nonostante i quasi 1300 metri di quota della Cité Vauban, il centro storico della cittadina. In attesa della partenza della tappa numero dodici del Tour de France (passaggio numero 33, fra partenze e arrivi, per la città resa celebre dalle imprese di Bartali e Bobet), non mancano gli appassionati di ciclismo, ma il caldo e l’attesa per i fuochi d’artificio rendono tutto più sonnacchioso. 233 anni fa, infatti, i rivoluzionari radevano al suolo la Bastiglia e questo, per i francesi, mette almeno un po’ da parte anche una tappa con Galibier, Telegraphe, Croix de Fer e Alpe d’Huez.

Alla fine, dopo una giornata di grande caldo, con una partenza a razzo e una fuga pazza, la tappa la vince il giovane britannico Tom Pidcock. Il corridore dello Yorkshire é vecchio e giovane allo stesso tempo. Ha 24 anni e una carriera nella mountain bike già coronata da un successo olimpico, mentre su strada deve ancora capire che corridore vuole essere: per ora si toglie lo sfizio di disegnare curve da paura a 100 all’ora e di vincere su uno dei traguardi più prestigiosi del ciclismo mondiale.

Per quanto riguarda la classifica generale, l’Alpe d’Huez ha prodotto meno scossoni del meno celebre Col du Granon, salita rispolverata dopo più di trent’anni nella Val Clarèe. Se nella prima settimana Pogacar aveva dispensato una prova da cannibale, lasciando le briciole a tutti (escluso Van Aert), le Alpi hanno visto un incredibile ribaltamento di fronte, con lo sloveno messo k.o da un’azione di squadra bellissima della Jumbo Visma, finalizzata dal danese Vingegaard, in forma strepitosa.

Dopo l’ultimo giorno di riposo, la sfida del Tour si sposta sui Pirenei, con l’incognita crono di Rocamadour (ben 41 chilometri al penultimo giorno) che potrebbe favorire Thomas, ma non al punto da mettere in discussione il duello fra Pogacar e Vingegaard. A Bardet, Yates e Gaudu, invece, servirà un miracolo per inserirsi nella lotta per il podio. In casa Italia, invece, bisognerà affidarsi alle fughe per cercare una vittoria parziale, dopo che Caruso e Ciccone sono stati respinti dalla lotta per le posizioni di vertice. L’era post Nibali é iniziata, purtroppo con risultati non lusinghieri per il nostro ciclismo. Luigi M. D’Auria