E se fossero i Carabinieri ad entrare nella Forestale?
Oulx (Torino) – Pochi giorni fa, mentre io e il mio fido assistente Gigione Magnani cercavamo di raggiungere il nord della Francia, che ha ospitato le prime tappe del Tour de France, il direttore di questa testata mi ha chiesto di scrivere un articolo sull’ipotesi di inserimento degli 8000 effettivi del Corpo Forestale in un altro ente. Così, anziché prendere la veloce autostrada del Fréjus, io e Gigione abbiamo preso la più lenta strada statale 24 del Monginevro (che tra l’altro consente una sosta Raclette a Montgenevre o Briancon) per incontrare a Oulx uno degli ultimi comuni prima del confine, il forestale Renato che, dieci anni, mi accompagnò a sciare sulle piste di Bardonecchia quando ero poco più di un bambino. Giunti presso la stazione forestale di Oulx e, in seguito, presso lo spartano quanto mitico ristorante Olimpic di Beaulard, arenato ci spiega in poche parole la situazione attuale. Qualche mese fa, quando in una conferenza stampa riempita di hashtag ma assolutamente vuota di contenuti presentò il DDL Madia, il Premier Renzi annunciò che, in nome della razionalizzazione dei costi, le forze di polizia e i Corpi di Polizia locale giudicati dal Governo “inutili” avrebbero dovuto sparire. Il nostro Premier parlava, in particolare, del Corpo Forestale dello Stato e delle varie Polizie Provinciali. Dato che queste due categorie rappresentano, insieme, più di 10000 lavoratori, per di più statali o dipendenti di enti pubblici, è parso da subito chiaro che tutti questi lavoratori avrebbero dovuto essere ricollocati, magari formando un dipartimento di “Polizia Ambientale” all’interno della Polizia dello Stato. Alcune notti fa, invece, c’é stato un cambio di rotta deciso: il Corpo Forestale dovrà essere accorpato all’interno dei Carabinieri, che hanno a lungo corteggiato il capo del corpo Cesare Patrone (appena viene fuori questo nome Renato si scalda, visto che Patrone è visto da molti forestali come Marx era considerato dai Fascisti) a causa di una loro maggiore vocazione ambientale, visto che gli stessi Carabinieri hanno al loro interno un loro nucle ecologico da 1300 membri, il NOE. Ora, se il DDL Madia è giusto nel suo assunto fondamentale (è giusto razionalizzare, visto che molti corpi e forze di polizia sono gestite in maniera personalistica e tutt’altro che favorevole al bene comune), esso è totalmente sbagliato nella sua sostanza. Infatti, perché si taglia il Corpo Forestale dello Stato ( che ha una storia gloriosa, in quanto è stato fondato nel 1822 ) e non si toccano i “Corpicini” delle Regionj Autonome, i cui aspiranti agenti svolgono, tra l’altro, la formazione presso il corpo nazionale. E poi, perché si toccano i corpi di polizia locale, quando solo pochi anni fa si è fatto di tutto per fondarli (soprattutto per piazzare l’amico dell’amico) ma non si é fatto niente per dotarli fu una loro autonomia e di un “raggio d’azione” in cui concentrare i loro sforzi. Esistono poi i problemi tecnici: i Carabinieri sono militarizzati, mentre i Forestali sono una forza di polizia civile, quindi ci vorranno mesi (per non dire anni) di decreti attuativi che modificheranno gli statuti dei rispettivi corpi affinché il passaggio sia possibile dal punto di vista puramente formale. Detto ciò, il nostro giornale si sente di lanciare una provocazione: perché non fare l’esatto opposto e potenziare il Corpo Forestale? Infatti, questa decisione sembrerebbe in netta controtendenza con il nostro periodo storico, che ha bisogno di tutela ambientale per essere giudicato positivamente dalle generazioni future, abolire proprio il Corpo che si occupa di questi temi. Si potrebbe benissimo far sì che siano i 1300 effettivi del NOE dei Carabinieri (il trasferimento sarebbe più facile per questioni numeriche) a transitare nella Forestale assieme agli agenti delle Polizie Provinciali e dei vari enti parco. In questo modo, tutte le forze di polizia legate in qualche modo all’ambiente, spesso prese in giro e considerate corpi “di serie B”, potrebbero, insieme, acquisire quella consistenza numerica che dimostrerebbe ai vari carrieristi dei ministeri che anche lavorando per l’ambiente si fa del bene alla collettività. Luigi M. D’Auria