Torino – Anche se le urne sono ancora aperte per il ballottaggio, possiamo affermare che a Torino ha stravinto il partito dell’astensione. Dopo un primo turno che ha visto solo il 48% degli elettori ai seggi, il ballottaggio potrebbe far segnare una cifra ancora minore, forse poco superiore al 40% degli aventi diritto. É difficile puntare il dito contro le debolezze e la vacuità del programma dei candidati principali. A nostro avviso, le ragioni di queste urne vuote vengono da più lontano.
Negli ultimi due anni, la pandemia ha ulteriormente ridotto gli spazi dedicati alla politica sui media: il “presenzialismo” del Governo Conte II e i “gesuitici” silenzi del Governo Draghi (uniti alla bagarre infinita su zone rosse, gialle, tamponi, vaccini, varianti) hanno confinato la politica in fondo anche alle pagine dei media e dei telegiornali, acuendo la distanza della popolazione dalla politica. Anche la stagione del populismo, con le roboanti vittorie “grilline” del 2016, é stata in gran parte delusa. E per ricucire queste ferite non bastano certo gli appelli “all’orgoglio dei Torinesi” di Lo Russo e i “ biglietti del pullman a 1 euro” di Damilano.
In questo clima é stato premiato quasi ovunque il “partito degli amministratori”: é probabile che succeda anche a Torino, dove l’ex assessore e consigliere Lo Russo sembra essere ampiamente favorito sul civico e imprenditore Damilano. A favore del professore del Politecnico, anche i voti di parte dell’elettorato di Valentina Sganga (candidata dei 5Stelle e dei Verdi che non ha raggiunto nemmeno il 10%) e dello storico gramsciano Angelo d’Orsi, che ha portato avanti una candidatura di “unità delle sinistre” e che ha deciso di sostenere parte della coalizione di Lo Russo grazie alla convergenza su alcune parti del programma (in particolar modo riguardo la cultura, settore per il quale d’Orsi potrebbe essere un buon assessore).
Nella serata di lunedì 18 ottobre dovrebbero arrivare i primi risultati definitivi delle elezioni amministrative. In attesa di conoscere i risultati, la nostra speranza é che il prossimo primo cittadino possa mettere al centro della sua agenda progetti di ampio respiro per il futuro della città, ragionando come statista che guarda allle prossime generazioni e non alle prossime elezioni. Luigi M. D’Auria