Torino – Al termine di una campagna elettorale confusa e pasticciata, in cui le proposte sono state pochissime e gli scontri numerosissimi, le elezioni politiche del 25 settembre consegnano un parlamento completamente trasformato rispetto al recente passato. La vittoria della coalizione di centrodestra é stata completa, quasi totale nella componente maggioritaria dei collegi.
Non é stata, però, una vittoria arrivata secondo le attese. Fratelli d’Italia é stato primo partito, con un roboante 26% dei consensi, Forza Italia ha tenuto, mentre é crollata la Lega, che ha ceduto consensi elevatissimi fra gli elettori di destra e che ora é chiamata a ripensare totalmente le proprie strategie degli ultimi anni.
Tra le coalizioni sconfitte, buona la performance del Movimento 5 stelle, che si é costruito un’immagine diversa rispetto al passato: negli ultimi cinque anni il “movimento” si é trasformato in un partito con forte accezione meridionalista, con messaggi molto più di sinistra che “antisistema”. Innegabile, inoltre, la conferma di Giuseppe Conte come uno dei leader politici più riconosciuti dagli italiani.
Grande sconfitto é stato sicuramente il Partito Democratico, con il suo segretario Enrico Letta, che non é riuscito a ribaltare i numeri dei sondaggi degli ultimi mesi. In una campagna già di per sé povera di comtenuti, il Pd é riuscito a proporne ancora meno: spettro del fascismo, “dote” di 10.000 euro ai diciottenni e poco altro sono state le uniche proposte concrete di questa campagna elettorale. Non ha perso la fantomatica “Agenda Draghi”, come detto da diversi commentatori. Semmai, il partito della “responsabilità” ha perso perchè non ha saputo fornire una piattaforma pragmatica ai propri elettori (nei sondaggi Draghi e Meloni sono ugualmente percepiti come “affidabili”: un’analisi profonda sul tema é quasi necessaria per politici e professionisti della comunicazione).
Nei prossimi mesi, il Pd sarà chiamato ad un congresso decisivo per il suo futuro, chiamato a evitare di crollare come il Partito Socialista Francese, stretto fra il Mélanchonismo del M5S di Conte e il richiamo del Terzo Polo, che ha ottenuto un risultato discreto.
La vera grande sfida, però, é quella a cui sarà chiamata la nuova maggioranza nei prossimi mesi, con una situazione sociale ed economica difficile, cui si aggiungono i dossier lasciati aperti dalle maggioranze precedenti. Solo il tempo dimostrerà se Giorgia Meloni e il suo governo saranno in grado di rispondere alle esigenze di un paese che appare sempre più lacerato e diviso al suo interno. Luigi M. D’Auria