Torino – Ventuno anni dopo il successo di Laurent Jalabert, la Marsigliese torna a suonare sul podio del Giro di Lombardia: Thibaut Pinot, infatti, si é aggiudicato la “Classica delle Foglie Morte” al termine di un’azione spettacolare, cominciata sul Muro di Sormano (a cinquanta chilometri dal traguardo di Como) e continuata sul Civiglio, dove il ventottenne originario della Borgogna ha staccato un Vincenzo Nibali tornato ai massimi livelli dopo la caduta del Tour ma non ancora in grado di reggere alle potenti accelerazioni di quello che, per tutti, è “il francese che ama l’Italia”. Pinot, infatti, ha più volte dichiarato di preferire il Giro d’Italia al Tour de France e di essere desideroso di acquistare una casa in Salento o in Toscana, dove spesso trascorre le vacanze. In Italia, però, il francese viene anche per correre e per vincere, tanto che questo successo segna un passaggio di consegne: il ciclismo ha trovato un corridore sotto i trent’anni in grado di vincere delle classiche e di essere competitivo mei Grandi Giri, proprio come Nibali e Valverde, entrambi corridori decisamente esperti.
La settimana perfetta di Pinot, tuttavia, era iniziata già mercoledì pomeriggio, quando il francese ha conquistato l’edizione numero 99 della Milano-Torino, cogliendo un altro successo che alla Francia mancava dal 1997 quando, guarda caso, a vincere fu lo stesso Jalabert. La corsa più antica del mondo (si disputò per la prima volta nel 1872, anche se da allora le interruzioni furono moltissime), che dal 2012 termina di fronte alla Basilica di Superga si è confermata una classica molto ambita dai corridori, desiderosi di “studiarsi” in vista del Lombardia ma anche di centrare un successo in una delle poche corse riservate ai soli scalatori. Pinot é stato anche fortunato nell’approfittare della caduta del suo compagno di squadra Gaudu e del colombiano Lopez, che si sono “agganciati” a poco più di un chilometro dall’arrivo, spianando la strada al transalpino, che ha preceduto di circa dieci secondi lo stesso Lopez, che poteva bissare il successo ottenuto nel 2016. Terzo posto per il neocampione del mondo, Alejandro Valverde, parso in difficoltà nell’ultima parte dell’ascesa, mentre quarto é giunto un ottimo Mattia Cattaneo, primo degli italiani.
Negli ultimi anni, dunque, la Milano-Torino è riuscita a ricostruirei uno spazio all’interno del panorama ciclistico internazionale, tornando ad essere una corsa importante. Il prossimo anno si svolgerà l’edizione numero 100 e sarebbe bellissimo avere ai nastri di partenza un numero maggiore di corridori di alto profilo, anche se sarà molto difficile fare ancora meglio di così, considerata la finestra di calendario in cui si svolge la corsa. Confermata, inoltre, anche la crescita del Gran Piemonte (ex Giro del Piemonte), che quest’anno ha visto un inedito arrivo di fronte alla Palazzina di Caccia di Stupinigi e una bella partenza dalla Reggia di Racconigi. In una corsa dominata dalla pioggia e riservata ai velocisti, è stato bravo a spuntarla Sonny Colbrelli, potente corridore del Team Bahrain Merida, che ha preceduto Florian Sénéchal della Quick Step e Davide Ballerini dell’Androni. Un successo ottenuto con queste condizioni metereologiche rappresenta un bel punto di partenza per Colbrelli, che il prossimo anno vorrebbe diventare competitivo nelle classiche del Nord, con particolare attenzione rivolta alla Parigi-Roubaix. Luigi M. D’Auria