Bra (Cn) – Dopo una lunga attesa, Cheese, la grande biennale dedicata al mondo dei formaggi e organizzata da Slow Food, é ufficialmente iniziato nella mattinata di venerdì 17 settembre. Un evento importantissimo per operatori del settore e per gourmet di tutto il mondo, che ha deciso di rendere questa tredicesima edizione il più simile possibile a quelle “classiche” (la dodicesima di é svolta nel 2019: Green Pass e mascherine richiesti, ma anche l’anima “popolare” di Cheese che é rimasta immutata, con la possibilità di degustare i prodotti e di partecipare ad incontri e laboratori, il tutto nella suggestiva cornice delle strade del centro di Bra.
250 espositori e 21 affinatori sono presenti a Bra, numeri importantissimi, che sono completati da quelli della “Gran Sala dei Formaggi” (sono 60 i caci diversi quest’anno), dallo street Food di alto livello e dalle tante conferenze, unite dal filo conduttore degli animali. Sono gli animali, infatti, la fonte di “produzione” della materia prima, il latte ed é impossibile ragionare in ottica di “sostenibilità” e qualità delle produzioni se questi concetti non si applicano anche agli animali stessi. Nelle filiere dei formaggi, ad esempio, la stabilità dei prati e dei pascoli e la tutela della loro biodiversità sono fondamentali per coniugare benessere animale e cibo gourmet.
In venticinque anni di organizzazione, Cheese ha contribuito a cambiare la percezione dei formaggi nella gastronomia italiana, valorizzandone le potenzialità a livello gastronomico e dando voce ai piccoli produttori che hanno dato nuova vita alle tipicità locali dei “Presìdi Slow Food”. Anche a livello internazionale, sono sempre di più i consumatori consapevoli che alimentano nicchie di mercato (sempre più consistenti) che rifuggono l’omologazione delle produzioni, anche in Paesi come la Gran Bretagna e gli Stani Uniti.
Come in tutti gli eventi Slow Food, sono sempre nuove le chiavi per promuovere la cucina e le produzioni di livello gastronomico e popolare. La tematica della stabilità dei prati, ad esempio, assume un valore etico: preservare il Paesaggio rurale tradizionale per preservare il cibo di qualità deve essere una missione a cui i gourmet e gli operatori della comunicazione devo contribuire nei prossimi anni. Donato D’Auria