I Giovani si confrontano sul referendum costituzionale
Torino – Venerdì 27 novembre 2016, presso la Sala “Il Centro in Centro” di Cantiere Civico si é svolto l’interessante incontro “Il referendum da un’altra prospettiva”, in cui due studenti universitari, Davide Giani e Luciano Oggiano, moderati dalla professoressa di Diritto Pubblico dell’Università di Torino Anna Maria Poggi.
La nostra testata é stata piacevolmente colpita da questo confronto. Pacati e preparati, i due giovani hanno esposto in maniera chiara le ragioni del loro voto, evitando gli slogan che parlano solo alla pancia dell’elettorato, trattato distintivo di questa campagna referendaria. Complimenti anche a Cantiere Civico, che ha dato la parola alle nuove generazioni: l’esito del referendum, potrebbe essere deciso proprio da chi, attraverso questo voto, deciderà che indirizzo dare alla politica italiana per molti anni.
Davide Giani, sostenitore del sì, é uno studente di scienze politiche, mentre Luciano Oggiano, sostenitore del no, sta frequentando la facoltà di giurisprudenza. Il primo, pertanto, si é concentrato sulla necessità politica di dare una scossa alla politica nazionale, eliminando enti inutili come il Cnel e riducendo il numero di parlamentari. Oggiano, invece, si é concentrato sugli aspettti giuridici della riforma stessa, che potrebbe dare maggiori poteri al governo, che potrebbe fra approvare più facilmente un gran numero di provvedimenti.
Ad una settimana dal voto, fare previsioni é veramente difficile. Da un lato, infatti, non si puó negare che la Costituzione abbia bisogno di un restyling, come affermato da Giani. Inoltre, diminuire il numero di parlamentari potrebbe essere un segnale forte da parte i tutta la classe politica. Non bisogna dimenticare, però, che cambiare la costituzione solo per dare una scossa potrebbe non essere una soluzione. Inoltre, é necessario ricordare che il nuovo Senato non diventerà una Camera delle Regioni, come afferma il fronte del sì. I Senatori, infatti, difficilmente voteranno le stesse proposte dei colleghi corregionali, ma seguiranno le direttive dei diversi partiti.
Questa riforma, dunque, rischia di non rispondere alle richieste di cambiamento dei cittadini. Il risparmio di soldi pubblici potrebbe essere risibile e il Senato rischierebbe di perdere credibilità e importanza, svuotato delle competenze attuali, ma non trasformato in una camera delle autonomie regionali. Anche il CNEL, mai utilizzato nella storia repubblicana, potrebbe essere maggiormente sfruttato per elaborare riforme strutturali della nostra economia (così era stato pensato dalla Costituente). Abolirlo ridurrebbe il costo delle istituzioni, ma obbligherebbe il Governi e il Parlamento a pensare provvedimenti inerenti ad un ambito in cui ben pochi pochi dei nostri politici si sono dimostrati davvero competenti.
In conclusione, ci sembra giusto ringraziare Cantiere Civico per questo splendido incontro. Per noi, infatti, la vera campagna referendaria avrebbe dovuto essere questa, e non quella troppo personalistica del fronte del sì, ma neanche quella portata avanti dal fronte del no, prigioniero dell’anti renzismo come molti suoi interpreti erano già stati prigionieri dell’anti-berlusconismo. Solo i risultati elettorali diranno chi avrà avuto ragione. Luigi M. D’Auria
I protagonisti di Cantiere Civico
(Foto: Sebastiano Spina)