La Città Metropolitana parte con nuove competenze e continuità dei servizi
14 gennaio 2015
La Città Metropolitana parte con nuove competenze e continuità dei servizi
Torino – Dal primo gennaio 2015 la Città Metropolitana inizia ufficialmente la sua attività, con la continuità nella gestione dei servizi ereditati dalla Provincia, che ha cessato le sue funzioni il 31 dicembre 2014, e con le nuove funzioni assegnate dalla Legge Delrio alle Città metropolitane, con risorse e il personale necessario al pieno esercizio delle competenze. E’ stato nominato il Vice-Sindaco metropolitano, Alberto Avetta, che ha gestito la Provincia gli ultimi mesi, in qualità di Vece Presidente.
La Legge Delrio prevede che le Città metropolitane assumano la competenza amministrativa sui territori di area vasta delle Province uscenti.
La Città metropolitana di Torino è una realtà particolare ed unica in Italia, essendo composta da 315 Comuni e confinando con la Francia e la Valle d’Aosta. La Città metropolitana più grande d’Italia per estensione territoriale, con una complessa articolazione territoriale, che affianca all’area metropolitana torinese altre aree territoriali omogenee, territori montani e collinari che hanno peculiarità storiche, culturali ed economiche.
La Legge Delrio giunge al termine di un processo ventennale di elaborazione ed è la sanzione istituzionale di una tendenza sociale, economica e territoriale: i confini delle città vanno al di là di quelli dei singoli Comuni, situandosi in una dimensione metropolitana. Altri Paesi europei hanno adottato o stanno adottando leggi che riconoscono la dimensione metropolitana. La globalizzazione accresce il ruolo delle aree metropolitane, perché in esse si concentrano opportunità culturali, attività economiche, centri di formazione, servizi sociali. Vi si concentrano anche le criticità, come la crisi economica e sociale. Per la realtà torinese, la Legge Delrio adegua l’intelaiatura istituzionale a un dato obiettivo: già oggi una serie di servizi, come trasporti e la distribuzione, sono organizzati in una dimensione metropolitana.
Le Città Metropolitane ereditano le funzioni fondamentali delle Province e ne aggiungono altre, come le politiche per lo sviluppo economico. Così entra nel processo di riforma costituzionale la nuova legge elettorale. Adesso il Consiglio metropolitano sta lavorando all’elaborazione della bozza finale dello Statuto del nuovo Ente, che sarà sottoposto ad una consultazione dei sindaci e alla successiva approvazione da parte della Conferenza metropolitana. Si stanno definendo la perimetrazione delle Zone omogenee (Pinerolese, Canavese, Eporediese, Val di Susa e altre) in cui sarà suddiviso il territorio della Città metropolitana, per dare un riconoscimento all’articolazione del territorio. Lo Statuto prevederà espressamente forme di rappresentanza degli interessi e delle esigenze delle Zone.
La Città metropolitana avrà un bilancio distinto e funzioni distinte da quelle dei Comuni e non sottrarrà risorse né competenze alle amministrazioni locali. I Comuni non perderanno nulla e con il nuovo Ente di area vasta, che sarà una Città di città, assicurerà pari dignità a tutti i Comuni. Donato D’Auria